Spacciava la marijuana coltivata nel suo giardino Steward finisce in manette

Spacciava la marijuana coltivata nel suo giardino Steward finisce in manette

Durante la settimana insospettabile steward di una grande compagnia aerea. Nel weekend e nei turni di riposo, Maurizio G., 41 anni di Cerveteri, si dedicava invece al giardino della sua villa a Campo di Mare, tra Cerenova e Santa Marinella. Le piante preferite? Canapa indiana e marijuana, della varietà «calabrese» che, una volta essiccata, spacciava sul litorale romano. Prima di arrestarlo i carabinieri di Civitavecchia l’hanno seguito e «monitorato» per giorni. Da tempo, infatti, decine di ragazzi del posto erano stati fermati per la strada con spinelli e bustine di «erba» della stessa qualità. Tanto da insospettire i militari che hanno aperto un’indagine sul nuovo flusso di sostanze stupefacenti, quasi sicuramente prodotte in zona. Fino all’altra sera, quando i carabinieri del nucleo operativo hanno fatto irruzione in casa dell’assistente di volo. Inutile ogni tentativo di distruggere la «roba». In un’aiuola fiorita c’erano otto piante di «ganja» alte un metro e mezzo, quasi pronte per essere tagliate. Nascoste nella sala hobby altre foglie di marijuana messe a essiccare, dal peso di oltre 1300 grammi. L’uomo, che si è giustificato dicendo che si trattava di uso personale, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Borgata Aurelia con l’accusa di coltivazione e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
A Rocca di Papa, invece, i carabinieri di Frascati hanno denunciato a piede libero tre giovani di età compresa fra i 27 e i 30 anni con la passione del «giardinaggio». Nell’abitazione di uno di loro gli inquirenti hanno scoperto una serra casalinga per la coltivazione di marijuana. Quindici piante alte due metri, e un chilo di droga pronta all’uso. «Abbiamo trovato un impianto professionale di aerazione - spiega il luogotenente Pasquale Chiaro, vicecomandante della II sezione del nucleo operativo di Frascati - con lampade alogene utilizzate per favorire la crescita delle piante». Per non creare sospetti i tre avevano studiato un sistema particolare: in una prima fase i semi di cannabis venivano piantati e interrati all’interno del giardino di una scuola elementare. Raggiunta una certa altezza le piantine venivano trapiantate nei vasi predisposti nella serra.

Raggiunta la maturazione, in un soppalco allestito per l’occasione, le foglie venivano lasciate seccare e confezionate per essere cedute agli acquirenti. L’attività avrebbe prodotto al terzetto guadagni per 5mila euro la settimana.

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