In Spagna non sanno più cucinare

Lo Mejor de la gastronomia è un congresso di cucina a San Sebastian (21/24 novembre il prossimo), una guida ai ristoranti spagnoli e un ottimo sito, www.lomejordelagastronomia.com, col quale Rafael Garcia Santos mantiene un contatto costante con il suo pubblico. L’ultimo editoriale è un pesante atto d’accusa verso i cuochi del suo Paese, accusa già fatta nell’ultimo convegno e amplificata ora. «La situazione che attraversa la culinaria in Spagna è così caotica che induce alla confusione intellettuale. No, non inganniamoci: l’unica confusione è quella di buona parte dei cuochi di rilievo che hanno cessato di essere artigiani, che non dedicano più tempo alla creatività, che sono diventati degli executive, che sono stati presi dalla ragnatela degli affari, che assumono impegni a cui non possono far fronte, che ormai interpretano una recita a soggetto in funzione e a beneficio del pubblico. Il loro futuro è marcato dalle conversazioni radiofoniche, dalla loro comparsa nei notiziari, nei programmi di pettegolezzi... giungeremo ai reality show. Sono vittime del nostro tempo. Si sono convertiti in artisti della vita invece che in artisti della cucina. Come possiamo non essere in crisi! Soffriamo anche una siccità d’idee in giovani onesti, seri, rigorosi, ambiziosi, che cercano e si sforzano per superarsi. È molto difficile, perché il livello raggiunto negli ultimi anni corrispondeva a un’epoca d’oro. E già si sa che in qualsiasi aspetto della vita si passa dall’oro a un periodo d’argento e dall’argento a meritare il bronzo. E già si sa che a livello personale, qualsiasi professionista ha un tempo che termina con il pensionamento. Volere non sempre è potere. E ciò sta avvenendo. C’è una culinaria artistica, d’avanguardia, che ha fatto storia, ma ciò non comporta che tutti quelli destinati alla gloria siano gloriosi. Se non ci sono vocazioni, se non ci sono audaci, certamente non potremmo costruire avanguardia. Forse è giunto il momento di rallentare la creatività. Non si possono sostituire piatti nei menu con altri che rimangono nell’intenzione, che non dicono niente, elucubrazioni mentali che non producono piacere carnale. Che fare? Non essere delle comparse. Si dovrà ritrovare l’umiltà; che tempi quelli in cui regnava l’entusiasmo. Siamo tanto importanti che ormai non si possono più mangiare patate fritte decenti in nessun posto».

Ricordiamocelo se mai ci sarà un’età dell’oro anche per l’Italia.\

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