Spagna, Zapatero preoccupato nasce il partito di sinistra anti Eta

Punta alle elezioni del 2008 e vuole attirare i critici della linea morbida coi terroristi baschi

Un terzo polo (di sinistra) contro la violenza dei terroristi baschi dell’Eta sta per vedere la luce in Spagna. Nel significativo sostanziale silenzio della stampa filosocialista, i giornali conservatori salutano la nascita del «terzo partito», dopo il socialista Psoe e i popolari (Pp) di centrodestra: ci vedono una ribellione alla linea politica del premier José Luìs Rodriguez Zapatero, il seme di una divisione di cui sono fin d’ora soddisfatissimi. «Gli intellettuali baschi rispondono a Zapatero», scrive Abc, mentre El Mundo sottolinea che «Savater e Diez promuovono una nuova forza per disputare la sinistra al Psoe».
Savater, che di nome fa Fernando, è un filosofo, un intellettuale antinazionalista che nel passato Zapatero aveva invano corteggiato, mentre Rosa Diez è un’eurodeputata socialista di cui è ben conosciuta la contrarietà al compromesso con l’Eta. Con una quarantina di altre personalità hanno deciso di dar vita a un nuovo movimento politico in vista delle elezioni legislative della primavera 2008.
I promotori si sono prefissati un obiettivo ambizioso. Confidano di riuscire ad attirare parte dell’elettorato di sinistra spagnolo, quello scontento di una linea verso i terroristi baschi che considera, come gran parte dell’opinione pubblica nazionale, troppo concessiva: tant’è che le associazioni delle vittime del terrorismo basco hanno subito manifestato il loro sostegno. Se il gioco riuscisse, risulterebbe scardinato l’attuale bipolarismo di fatto tra Psoe e Pp, che agli occhi di Savater, della Diez e dei loro compagni di strada favorisce eccessivamente i condizionamenti imposti dalle forze politiche nazionaliste. Il “terzo partito” mira dunque a ostacolare le intese del governo di Zapatero con i nazionalisti della Catalogna, ma anche a rimettere in discussione quelle che nella piattaforma programmatica messa a punto a San Sebastian definisce «le ipoteche territoriali» dei popolari.
Punto di riferimento del nuovo «partito cerniera» è la piattaforma civica contro la violenza dell’Eta «Basta Ya» («Ora basta»), alla quale aderiscono sia Savater sia la Diez. È sul suo sito che sono comparse le firme delle personalità basche che hanno approvato la base del programma. Ma l’orizzonte del nuovo movimento politico, come si è detto, è nazionale. Ecco dunque la proposta di una riforma federalista della Costituzione spagnola, e il tentativo di ottenere sostegno non solo da ambienti di sinistra critici verso la linea di Zapatero, ma anche da esponenti liberali. Solo così, nelle intenzioni dei promotori, potrà sorgere un terzo polo in grado di attirare le simpatie dell’elettorato.
Un recente sondaggio, pubblicato a pochi giorni dalle imminenti elezioni amministrative, indica che quasi due spagnoli su tre potrebbero dare il proprio voto a un nuovo partito centrista, un dato che certamente fa riflettere i politici e i loro consiglieri. Anche se solo l’8 per cento degli intervistati si dichiara certo di votare al centro, proprio come accadeva vent’anni fa, ai tempi del Cds di Adolfo Suarez, poi declinato fino alla scomparsa dal panorama politico. Tuttavia, non sembra che quello che sta per nascere possa essere etichettato come un partito di centro.

Il suo obiettivo sono primariamente gli elettori di sinistra, come dimostra la nervosa reazione dei postcomunisti di Izquierda Unida che denunciano un trucco per favorire le forze conservatrici. Zapatero per ora tace: ma è lui il vero bersaglio.

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