LItalia che fa quel che può e naviga a vista nella classe Moto2 erede della 250 che non cè più, lItalia desaparecida nella classe 125 dove gli spagnoli continuano a crescere e fra qualche anno si affacceranno nelle classi che contano, questa Italia a due ruote che se non si dà una sveglia è destinata a non contare più, nella MotoGp saggrappa sempre e solo a lui, lui Valentino Rossi. Anche acciaccato, anche con la spalla traditrice che lo tormenta da quel volo durante un allenamento a casa sua. Perché dietro al campione del mondo cè il vuoto tricolore; si difende solo il buon Dovizioso, ma è ancora troppo poco.
Per cui godiamoci la pole numero 49 di Valentino, una in più del recordman certificato Mick Doohan, ma prima del 74 era un dato che non si mandava ai posteri ed ecco perché di Agostini non cè traccia, anche se è proprio di lui che domanda subito Valentino: «Ma sono più di quelle di Agostini?». Godiamoci le pole e le sue scorribande, i suoi sorpassi, le imprese, gli errori, godiamoci tutto perché appena deciderà che basta «mi sono stancato, è ora di fare altro» noi che faremo? Faremo quelli che rimpiangono dice qualcuno, e invece no, sostengono i più, faremo quello che abbiamo sempre fatto, cioè attenderemo un altro Agostini, un altro Lucchinelli, Uncini, Cadalora, Capirossi, un altro Biaggi, un altro Rossi...
Ma va là. È ora di aprire gli occhi: avanti così e ci sarà poco da attendere. Perché allepoca cerano classi minori dove i nostri ragazzi crescevano e spopolavano, adesso invece la classe minore per eccellenza, la 125, è terra di conquista dei ragazzi iberici che tempo qualche anno diventeranno i nuovi Lorenzo e Pedrosa. Ma di nuovi Valentino, massì, di nuovi Biaggi - ammettiamolo - alzi la mano chi ne vede allorizzonte. Perché Andrea, nel senso di Dovizioso, è un ottimo pilota ma non è Rossi; perché Marco, nel senso di Melandri, ha dimostrato di essere un gran pilota ma ogni tanto. Perché Capirossi ha la moto che ha ed età un filo avanzata, insomma, prima o poi si godrà la dorata pensione. E laltro Marco? Marco nel senso di Simoncelli? Sarrabatta, è bravo, però qualcuno ci spieghi perché comunque vadano le cose, comunque vincano o perdano questi nuovi italiani nessuno sembra profumare di fuoriclasse?
Nellattesa di una spiegazione, godiamoci dunque il nostro uomo che racconta la sua ultima pole: «In carriera non sono mai stato un mago della qualifica, ma credo di averne fatte abbastanza, soprattutto da quando non si usano più le gomme da tempo. Solo nel 2009 credo di averne centrate sette....». Quanto alla corsa di oggi (Lorenzo gli è dietro ma è quello con il miglior passo gara) «avverto ancora dei problemini soprattutto nelle esse, vorrà dire che farò delle piccole modifiche, ma in generale sono a posto. Mi preoccupa la spalla, quella sì: dopo un po di giri inizio a perdere forza. Per cui non è tanto il dolore a darmi fastidio quanto laver perso la potenza muscolare per poter guidare forte però... Però va molto meglio rispetto a Jerez, dove non riuscivo quasi a muovermi per il dolore». E fu podio, terzo posto, dietro a Pedrosa e al vincitore, il compagno Lorenzo.
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