Roma

Spalletti, esordio in Champions: «Lo aspettavo, che emozione»

«Io degli ucraini temo tutto Sono una squadra fortissima che sta facendo grandi risultati Giocano bene con personalità»

Jacopo Granzotto

Il rischio per la Roma è di steccare per l’emozione. Come a un esame dopo una notte insonne. La partita con lo Shakhtar Donetsk di questa sera, ore 20,45, vale l’esordio assoluto in Champions per più di un giallorosso, Spalletti in testa. «Per questo cercherò di dire meno cose ai miei ragazzi – annuncia il tecnico –. Non devo caricarli troppo, perché già percepisco l’attenzione che rivolgono a questo appuntamento».
Non capita tutti i giorni di giocare in Champions, meglio però non sbagliare la prima sennò son dolori. «Le sensazioni sono bellissime – racconta Spalletti – sarà emozionante, una serata del genere me la ricorderò per tutta la vita». A patto che la Roma parta col piede giusto in una competizione che da troppi anni riserva solo figuracce in mondovisione. «Attenzione, però – avverte l’allenatore – io degli ucraini temo tutto. Sono una squadra fortissima che sta facendo grandi risultati. Giocano bene al calcio e hanno personalità. Sarà una gara tosta, non illudiamoci».
È la solita storia: umiltà, perché il rischio di fare brutte figure è concreto: «Sappiamo quanto la piazza tenga a questa competizione - prosegue il tecnico - e questo ci mette addosso un po’ di pressione. Dobbiamo restare tranquilli, però. Ed essere consapevoli che con l’atteggiamento giusto possiamo vincere con chiunque». Colmando anche quel piccolo handicap dato dalla mancanza di esperienza: «Certo, in queste competizioni conta molto ma, ripeto, se siamo convinti dei nostri mezzi possiamo farcela». Caso-Pizarro già rientrato, assicura Spalletti. Ma questo non significa che gioca: «Ha sbagliato, ma ha capito. David è un ragazzo intelligente. Tutto rientrato. Sono convinto che ha le qualità giuste per inserirsi presto nei meccanismi di questa squadra». Ne è convinto pure Perrotta, che ha rinnovato il contratto con il club giallorosso fino al 2010, che difende il compagno di squadra: «Presto troveremo l’intesa anche con lui, ma ora conta che la squadra dia il massimo per partire bene in Europa». Lui, De Rossi e Totti, oltretutto, hanno un motivo in più per far bene in Europa: «Siamo campioni del mondo, dimostriamo che ci siamo meritati il titolo».

Già, proprio quello che non hanno capito gli altri azzurri.

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