da Roma
Spalletti ci crede e invita la truppa a seguire il suo esempio. Tra le segrete stanze di Trigoria, incrociando lo sguardo di Totti e compagni, ha lanciato il suo grido di battaglia. «Il discorso scudetto non è chiuso dichiara - nonostante i dieci punti da recuperare sullInter. Dieci, non nove: perché loro sono in vantaggio negli scontri diretti e in caso di arrivo alla pari servirebbe quel punticino in più...». Voglia di sognare. Nonostante le amarezze, gli arbitraggi a corrente alternata e le parole di Totti che, dopo la sfida di San Siro, è sembrato a un passo dal calare il sipario su velleità e ambizioni. «Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, ma sulle decisioni dellarbitro non posso fare nulla. Vanno accettate e non devono esserci cattivi pensieri...».
È inutile negarlo: a tenere banco è sempre il finale di Inter-Roma e la contestata espulsione di Mexes. «Certo, lepisodio è stato importante. Ho parlato con Philippe: è sereno, nessuno gli imputa nulla, al massimo lingenuità di aver tagliato il campo nelloccasione del primo cartellino giallo. Nel caso del secondo è stato bravo e lammonizione non cera». Tutto chiaro. Ma guai a farlo cadere nella trappola della contraddizione. «Lho già detto: i nostri arbitri sono i migliori. Se volete lo metto anche per iscritto».
La Roma può migliorare. È questo il pensiero fisso di Spalletti. «Nelle partite giocate contro lInter spiega - non ho visto tutta questa differenza tra le due squadre. Dopo la serata di San Siro, tutti abbiamo parlato di furbata da parte di Crespo in occasione del rosso di Mexes. Ecco, questo vuol dire essere smaliziati e trarre il massimo vantaggio dalle situazioni. Loro hanno questo più di noi». Guai a mollare, dunque. «Fermarci a parlare degli arbitri è da perdenti. Sbagliato andare a caccia di alibi. La colpa non è sempre degli altri. Chi pensa in questo modo si sfalda alle prime difficoltà... Ho chiesto ai ragazzi di crederci ancora. È nelle possibilità di una Roma che si è confrontata con le più grandi squadre del calcio mondiale, dimostrando di esserne al livello. Daremo il massimo fino alla fine». Filosofia, questa, condivisa anche dai dirigenti. Rosella Sensi: «Campionato chiuso? Non voglio pensarlo. Certo, i punti sono tantissimi, ma giocheremo fino alla fine per dare spettacolo. In questo momento il calcio ha bisogno di entusiasmarsi e noi, a San Siro, abbiamo dimostrato di essere i migliori». Nessun alibi, dunque. Questo il pensiero di Bruno Conti. «Le decisioni di Rosetti? Non mi interessa parlarne. Il risultato non è stato giusto, ma vogliamo pensare in buona fede e lottare fino alla fine. Nel calcio tutto può succedere». Messaggio ricevuto: contro il Parma vietato perdere terreno. Massima attenzione alla duellante di turno e mente rivolta al Santiago Bernabeu. «Per noi la partita con il Real è... tutto», conclude Spalletti che regala pillole di futuro. «Il mio contratto parla chiaro e la disponibilità nei confronti della società è totale. Stiamo lavorando bene. E anche i raccattapalle lo stanno facendo». Capitolo steward.
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