RomaIl contesto era provocatorio per definizione, la trasmissione KlausCondicio condotta da Klaus Davi. Ma lesternazione dellex procuratore aggiunto Antimafia, ora procuratore generale della Corte dAppello di Ancona, Vincenzo Macrì, ieri in diretta è stata provocatoria allennesima potenza: «Non mi stupirei se scoprissi che nellelettorato leghista ci fosse anche una componente mafiosa - ha valutato il magistrato -. La mafia ha tutto da guadagnare nella scelta separatista, perché favorirebbe il controllo delle regioni meridionali».
Il ragionamento è certamente più deduttivo che scientifico, ma fatto da un tecnico, e non da uno scrittore come Saviano (che già in passato aveva accusato la Lega di aver permesso il dilagare della mafia al nord) ha creato, come prevedibile, uneco di polemiche e molto sconcerto. Il deputato della Lega Raffaele Volpi invoca lintervento del Consiglio superiore della magistratura. Il procuratore Macrì «questestate ha preso troppo sole», sbeffeggia leuroparlamentare Mario Borghezio.
«Linteresse mafioso - ha argomentato ancora Macrì nellintervista - è compatibile con quello leghista». Non si può quindi escludere «che la mafia spinga per il separatismo. I progetti delle mafie guardano all'evoluzione di un progetto separatista». Il magistrato ha quindi citato lintervento di «Leonardo Messina, che fu uno dei più lucidi collaboratori di giustizia siciliani» in commissione Antimafia: «Noi cerchiamo il separatismo del sud dal resto del Paese, così la mafia si fa Stato». Secondo il procuratore, «è questa la strada a cui loro non hanno mai rinunciato». Poi una riflessione sul ruolo dei servizi: «Penso che abbiano orientato i comportamenti della ndrangheta, anche di tipo economico e politico». Servizi non proprio deviati, argomento «che forse può essere ripetitivo», ma magari «sezioni collaterali» con compiti «che svolgono in autonomia».
Lintervento del pg della Corte dAppello di Ancona ieri ha fatto infuriare però anche i cattolici. Questa volta per unaltra riflessione: «Il proibizionismo non è servito a combattere il business della ndrangheta, che è cresciuto a dismisura - ha avvertito - Questa strada non porta da nessuna parte». Macrì propone scelte «più coraggiose», come «la liberalizzazione di tutte le droghe, anche quelle pesanti». Tesi «da brividi», è stato il commento del capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: «Da un procuratore antimafia ci saremo aspettati ben altre riflessioni».
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