Roma

«Sparava e ricaricava. Poi si è fermato»

Torna a casa, si veste di tutto punto per una «battuta di caccia» e poi massacra i familiari. Al fratello di 46 anni spara mentre dorme, la sorella di 43 anni la uccide con un colpo alla schiena e uno alla testa. Poi, sempre con il fucile caricato a pallettoni e la cartucciera al collo, si affaccia in balcone e spara ancora contro i cugini confinanti. La madre, ottantenne, fugge in lacrime. Quando arrivano i carabinieri, due pattuglie del nucleo radiomobile di Pomezia, Delio Masci, 47 anni, è una furia scatenata. Contro i militari esplode un’altra decina di colpi. «Spara e ricarica a ripetizione - spiega il colonnello Rosario Castello, comandante del Gruppo Frascati - fino a quando, esausto, alza le braccia e si lascia ammanettare. Abbiamo contato almeno una sessantina di bossoli».
La cronaca di una notte di pura follia inizia poco dopo le 22,30 di mercoledì al civico 8 di via delle Tre Cannelle, in zona Cinque Poderi, a Pomezia. Delio, un agricoltore della zona, vive assieme al fratello Davide, la sorella Natalina e la madre anziana. Terzo di cinque figli, è da tutti considerato una persona normale anche se soffre di una forma lieve di depressione. Qualche problema in più, semmai, sembrava averlo il fratello minore Davide, in cura al Centro d’igiene mentale della zona sempre per depressione. Natalina lavora nella macelleria di un altro fratello, Franco, che vive altrove come l’ultimo figlio, Domenico, impiegato all’azienda farmaceutica Sigma Tau. La strage si compie nel giro di un quarto d’ora. Delio rincasa dopo una bevuta al bar. Il fiato odora di alcol ma non è affatto ubriaco. Lucido come al mattino, infila il gilet da cacciatore, afferra un fucile Beretta calibro 12 e prende tutte le munizioni a disposizione. Armi regolarmente denunciate, precisano gli inquirenti. Sale al piano superiore dell’elegante villetta di famiglia, entra nella stanza da letto di Davide e gli spara in pieno ventre a distanza ravvicinata. Il colpo successivo centra gli arti inferiori della vittima che passa dal sonno alla morte. Natalina è al piano terra con la madre, si sveglia di soprassalto, urla mentre cerca di raggiungere il telefono. Quando Delio scende le scale la trova con la cornetta in mano: un proiettile passa da parte a parte un polmone della donna mentre un secondo pallettone le fa esplodere la testa.
Ma il raptus è solo all’inizio: Delio ricarica velocemente l’arma (modificata per sparare cinque colpi a ripetizione) e dalla finestra colpisce l’esterno della tenuta. Poi esce sul portico della villa e, puntando il fucile verso i vicini, colpisce una vetrata. Dal balcone schizza come impazzito in cortile e spara ancora, all’impazzata, ovunque. La famiglia confinante riesce a chiamare il 112. L’allarme viene raccolto da una «gazzella» dei carabinieri. I militari chiedono aiuto a una seconda pattuglia. Quando arrivano sul posto i quattro uomini in divisa Delio è fuori che li aspetta. A poco servono i giubbotti antiproiettile indossati dai militari. «I nostri uomini hanno esploso colpi di avvertimento in aria - precisa il maggiore Germano Passafiume, comandante della compagnia Pomezia - mentre il pluriomicida continuava a sparare. Hanno aspettato il momento giusto, poi sono intervenuti bloccandolo e ammanettandolo». L’uomo è in stato confusionale quando arriva al pronto soccorso della clinica Sant’Anna. Viene medicato anche un carabiniere, colpito di striscio al braccio destro.
Mistero fitto, per ora, sul movente.

«Sappiamo solo che c’erano dissapori familiari per la spartizione di un terreno - concludono i carabinieri - ma nulla che facesse presagire un epilogo drammatico». Per Masci, ancora in stato di shock, il pm della Procura di Velletri, Alessandra Provazza, ha disposto l’isolamento in carcere. Le accuse? Duplice omicidio volontario e tentato omicidio.

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