Con un po di faccia tosta il Milano del volley potrebbe trasformare le strane cifre della sua stagione in uno slogan pubblicitario: «non abbiamo mezze misure». Da quando è cominciato il campionato di A2, la Sparkling ha vinto le prime tre partite, poi ne ha perse sei in fila e ora si è rilanciata con altri sette successi consecutivi. Traduzione: sesto posto in classifica a 7 punti dalla capolista Castellana Grotte dopo un turno del girone di ritorno. E domenica al Palalido (ore 18) arrivano i baresi del Modugno.
La Sparkling è nata la scorsa estate, con un patron emiliano, Claudio Giovanardi, un direttore generale, Giorgio Bottaro e un allenatore, Daniele Ricci, ravennati, forze nuove da una zona d'Italia dove il volley è cultura e scudetti. A Milano, il tricolore non si è mai visto e anche oggi è solo un sogno. «Ma con 1500 spettatori di media a partita, buoni rapporti con le istituzioni, la collaborazione con il Centro Sportivo Italiano e quattro società, non solo cittadine, che fanno da vivaio, siamo sulla strada giusta», assicura Bottaro. «La promozione? Abbiamo pazienza, vogliamo durare nel tempo».
Eppure Ricci, tre volte campione d'Europa con la sua Ravenna, si agita sulla sedia. «Il settimo posto non fotografa il nostro valore: abbiamo pagato le assenze di Platenik, convocato dalla Repubblica Ceca per i mondiali e di Insalata, infortunato per due mesi. Qualche punto ci manca, anche per nostri demeriti. La serie negativa? Quando cominci a perdere due, tre partite pensi che non ti rialzerai più. Poi abbiamo recuperato bene». In A1 salirà direttamente la prima classificata, le squadre dalla seconda alla settima si contenderanno l'altro posto disponibile nei playoff. «Fra il 21 e il 24 gennaio giocheremo con Corigliano e a Castellana: sarà il momento-chiave. Gli ultimi sette successi non bastano: alla squadra chiedo coscienza nei propri mezzi».
È una perifrasi: Ricci sollecita certe doti non solo tecniche che risolvono le serate-no. «Ci sono alcuni giocatori, come Travica o i ceki Novotny e Platenik, che possono fare strada: dipende da loro. Ma forse qualcuno si accontenta. Chi mi ha colpito per costanza è Spairani. Siamo più portati all'attacco, in difesa occorre più temperamento. L'arrivo di Novotny (l'opposto che ha sostituito lo spagnolo Perez due mesi fa, ndr) ci ha cambiato la vita: Jakub è l'uomo di riferimento che ci era mancato. Potevamo prenderlo in estate ma se poi fosse andato anche lui ai mondiali? Non dimentichiamo che la squadra è stata costruita da zero, impresa non facile anche perché non tutti aiutano volentieri Milano, vista come un possibile, futuro avversario. E qualche errore l'ho pur fatto: abbiamo scommesso su Perez perché pensavamo di ingaggiare anche un martello italiano esperto come Molteni, che poi non è arrivato. Ma se oggi mi chiedessero di firmare per i playoff risponderei che punto al primo posto. Milano deve giocare in A1». Il guaio è che manca lo sponsor...
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