«Quel film è antisemita». Laccusa è pesante. Per gli Amici di Israele il 19° Festival del Cinema Africano, dAsia e America Latina (a Milano dal 23 al 29 marzo), ha presentato e proiettato un documentario tutto ispirato a tesi pregiudizialmente contrarie agli ebrei e ad Israele.
Protesta Davide Romano, segretario degli Amici di Israele: «A fianco dei soliti film volti a dare unimmagine negativa di Israele - a cui, per inciso, siamo ormai abituati se non assuefatti cè un documentario particolarmente offensivo chiamato Yahud arab... aswat ghaier masmua, ovvero Ebrei arabi... voci non ascoltate». Il film, del 2006, è del regista Sobhi Darbashim, ed è prodotto dalla tv satellitare Al Jazeera. Il film - secondo i filoisraeliani - è animato da una tesi «negazionista»: nega le persecuzioni subite dagli ebrei nei Paesi arabi: «Una tesi che «ferisce profondamente la comunità ebraica e lintera città», commenta Romano. «Con il taglia e cuci - secondo gli Amici di Israele - si cerca di falsificare la storia della persecuzione degli ebrei nei Paesi arabi a partire dalla metà del Novecento. Scompaiono perfino i pogrom, vere e proprie sommosse popolari dove intere famiglie di ebrei spesso nellindifferenza se non sotto lincitamento delle autorità arabe - venivano prese dalle loro case e trucidate brutalmente, sgozzate, per la sola colpa di professare la religione di Mosè».
Il Festival ha avuto sponsor e patrocini importanti. «Ministero, Regione, Provincia, Comune. Un po di attenzione in questi casi non guasterebbe», conclude Romano.
Gli organizzatori, del Coe, il Centro di orientamento educativo, unassociazione cattolica, rispondono che lo spirito del festival è proprio il contrario: «Dialogo e pace».
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