Chi lavrebbe detto... Il rosso presidente della Provincia, Filippo Penati segue le orme dellex assessore alla Cultura del Comune, Vittorio Sgarbi, di schieramento opposto. Ebbene sì, la sintesi politica è compiuta. Il mondo dei writer ha fatto il miracolo. Ieri la mostra, la seconda più visitata del 2007 «Street art, sweet art», allestita al Padiglione di arte contemporanea, su idea da Vittorio Sgarbi che aveva riunito in uno spazio comunale i migliori artisti di strada. Oggi, Filippo Penati che fa da padrino allo spazio Oberdan alla personale di Ivan Tresoldi, o meglio Ivan, come si fa chiamare, poeta di strada. Ma tra un bicchiere di vino e una tartina, non potevano mancare le polemiche. Con il vicesindaco, Riccardo De Corato che invoca le norme antigraffiti contenute nel disegno di legge sulla sicurezza approvate il 5 febbraio scorso in Senato. «Secondo quelle norme - commenta - i writer amici di Penati, dopo aver imbrattato centinaia di edifici sarebbero finiti in galera, come prevede larticolo 8 del ddl sicurezza, e dato che sono recidivi avrebbero dovuto pagare anche una multa di 10mila euro». Si schiera compatto sulle posizioni di De Corato il Comitato antigraffiti, presieduto dal consigliere azzurro Fabrizio De Pasquale: «È assurdo che in tempi di crisi in cui si impone ai Comuni di risparmiare - osserva - si trovino le risorse per dare spazio a chi, fin dai manifesti, inneggia allimbrattamento di edifici e palazzi». «A Penati ricordo - fa eco De Corato - che cè unamministrazione che deve fare i conti in tasca e rendere conto alla collettività di 25 milioni di euro per ripulire gli imbrattamenti».
Richiama il disegno di legge sulla sicurezza anche il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici che ieri ha scritto una lettera a Berlusconi: «Il tema dei graffiti è considerato nella concezione comune la cartina tornasole delle capacità dello Stato di far rispettare la legalità».
Penati non si scompone e rimane fermo sulle sue posizioni, con frasi per la verità già sentite dalla bocca del padrino dei writer che lha preceduto, Sgarbi: «Sono convinto - chiosa Penati - che debba esserci la capacità di individuare larte ovunque si trovi e si manifesti, così è accaduto con larte dirompente e trasgressiva di Ivan».
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