Economia

Speculazioni sui bond A Citigroup multa di 21 milioni

La maxisanzione è stata inflitta dalla Consob britannica. Ancora aperta l’inchiesta avviata dalla Procura di Roma

da Milano

Un altro brutto colpo per Citigroup. La Fsa, la Consob britannica, ha inflitto al colosso bancario una sanzione di circa 21 milioni di euro per la speculazione sui titoli di stato europei che nell’agosto scorso mise a soqquadro i mercati del vecchio continente. Per la piazza di Londra l’entità della sanzione è quasi un record: peggio che a Citigroup è andato solo alla Shell, che qualche mese fa dovette ammettere di aver mentito sulle proprie riserve di greggio. In quel caso la multa toccò i 25 milioni.
La colpa di Citigroup, secondo l’autorità di controllo, è quella di avere operato sul mercato «senza la dovuta attenzione, professionalità e diligenza». In pochi minuti, nella mattinata del 2 agosto scorso, i traders della società si precipitarono a vendere titoli di Stato europei per la bella cifra di 13 miliardi di euro. L’immediato crollo delle quotazioni fu subito utilizzato per ricomprare titoli a prezzi più bassi, con un guadagno di 17 milioni. Sulla vicenda continuano a indagare le autorità di vigilanza dei Paesi coinvolti. E in Italia un’inchiesta è stata aperta dalla procura di Roma.
Per Citigroup, prima banca mondiale con circa 265mila dipendenti e un giro d’affari vicino ai 100 miliardi di dollari, non è che l’ultimo passo falso. Solo qualche giorno fa l’istituto ha accettato di pagare 2 miliardi di dollari per sfuggire alla presa degli investitori americani danneggiati dal caso Enron, che avevano avviato una class action di fronte a un tribunale Usa. E nei mesi precedenti i dirigenti dell’istituto avevano dovuto scusarsi pubblicamente per alcuni comportamenti impropri della filiale giapponese, schivare le accuse di aver speculato illegalmente sulla crisi finanziaria argentina, affrontare una dura battaglia nei tribunali brasiliani dopo aver appoggiato il discusso finanziere Daniel Dantas, avversario di Telecom Italia nel braccio di ferro per Brasil Telecom. Senza dimenticare il coinvolgimento nel caso Parmalat, in cui Citigroup è accusata di aver disegnato e realizzato alcune delle più spericolate acrobazie finanziarie di Calisto Tanzi e soci. Di fronte a un tribunale Usa pende la richiesta del commissario straordinario Enrico Bondi: danni per 10 miliardi di dollari. In tutto nel 2004 Citigroup ha dovuto accantonare più di 5 miliardi di dollari per fare fronte a richieste di risarcimenti e liti giudiziarie. Una cifra che però non ha pesato più di tanto sui bilanci visto che la società ha realizzato l’anno scorso utili netti per 17 miliardi di dollari. Merito della cultura aziendale fatta di aggressività e di competitività esasperata creata dall’ex numero uno Sandy Weill, a lungo numero uno dell’istituto. Una cultura che però ha le sue controindicazioni. E l’attuale chief financial officer Charlie Prince, sta cercando di cambiare rotta, rendendo obbligatori, tra gli altri, corsi di etica per tutti i manager.

La cura, evidentemente, richiede tempo.

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