Spende 100mila euro per due tartufi e li regala al Papa e a mister Nutella

nostro inviato a Grinzane Cavour (Cn)

Voi paghereste centomila euro, come ha fatto l'industriale piemontese Antonio Bertolotto, una coppia di tartufi gemelli, peso totale 855 grammi, anche se quest'autunno sua maestà il tartufo Bianco d'Alba costa 2000 euro al chilo? Ovvio che no, ma ieri, nella nuova sala congressi del Castello di Grinzane Cavour si trattava di essere generosi per fare bella e ricca la 12a edizione di un'asta che è mondiale per la qualità del prodotto e perché vive su due sedi contemporanee, Hong Kong la seconda, dopo un tartufo di 9 etti se l'è aggiudicato Jeannie Cho Lee, pronta a staccare un assegno di 105mila euro, signora coreana laureatasi ad Harvard e residente a Hong Kong, primo asiatico a diventare Master of Wine, cosa che le garantisce una splendida carriera di esperto e critico vinicolo.
Asta da record, 13 tartufi battuti per una cifra complessiva di 307 mila e 200 euro, tutti devoluti a fin di bene a questo o a quell'ente, presenti personaggi dello spettacolo (Mara Venier, Enzo Iacchetti, Juliana Moreira, Massimo Giletti, Omar Pedrini) e della ristorazione con Aimo e Nadia Moroni, Gianfranco Vissani, in veste di giornalista però, con il presidente del Senato Renato Schifani a guidare il plotone dei politici. Ed è a questi ultimi, anche, che si riferiva Antonio Bertolotto, titolare della Marcopolo a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che l'anno scorso si arrese all'ultimo rilancio di un miliardario cinese, ma che stavolta, dopo essersi aggiudicato una pepita da 450 grammi pagandola 8mila euro (l'ha donata per solidarietà con un Veneto alluvionato al governatore Luca Zaia), ha in pratica fatto pari e patta con Jeannie Cho Lee. Applauditissimo, mentre tutti credevano fosse giunto il momento del pranzo, ha chiesto la parola ed è sceso il silenzio: "Chiedo a tutti 5 minuti di attenzione perché vorrei fosse chiaro cosa mi ha portato a spendere questa cifra. Vedete, la crisi è arrivata pure qui nelle Langhe anche per alcune scelte tutte italiane. Parlo per la mia azienda. Io ricavo energia dai liquami, biogas, grazie a 42 centrali elettriche, lotto contro l'inquinamento per quanto posso. D’altronde dove vogliamo andare se uccidiamo le imprese e l'ambiente? Io sono profondamente cattolico e uno dei due tartufi gemelli lo dono a Sua Santità papa Ratzinger per l'appello che ha fatto a favore della salute del pianeta. L'altro è per Michele Ferrero, il re della Nutella, un italiano che quando va per il mondo viene rispettato e non ci fa vergognare di essere italiani, come tanti cattivi governi e cattivi costumi che abbiamo avuto negli ultimi 40 anni. Ho investito 100mila euro in questo gesto come monito. In Italia abbiamo leggi splendide su ogni materia agroalimentare, però siamo così stupidi che le aggiriamo e ora in Piemonte la zootecnia muore e altro verrà se non ci diamo una regolata.

E sapete perché ho scelto come simbolo il Tartufo Bianco? Perché è un perfetto marcatore della salute della terra: cresce solo in terreni sani. Da noi se ne trova meno, ma ancora se ne trova. Segno che non abbiamo ancora distrutto tutto".

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