Speronato dalle spie antiAlinghi

(...) e la scorrettezza di certi comportamenti in mare». È lo stesso Bacigalupi che racconta quello che è successo. «Mi trovavo a 600 metri dalla diga per recuperare un palamito. Ho visto arrivare la carovana di Alinghi 5 da ponente a levante. La carovana molto correttamente ha deviato quando mi ha visto ma un gommone di oltre 7 metri che la seguiva ha continuato dritto, puntandomi». A quel punto, Bacigalupi ha subito «segnalato con la tromba la sua presenza, ma quelli nulla: la donna che guidava guardava Alinghi, così come gli altri dell’equipaggio. Allora ho abbandonato il palamito e ho acceso il motore. Il gommone mi ha sfiorato, io ho manovrato fuori rotta lo scafo. L’elica del gommone ha strappato la madre del palamito. Il gommone è subito andato via». Dopo pochi minuti il tender di Alinghi «si è avvicinato per sapere se andava tutto bene. Hanno assistito alla scena e molto gentilmente sono venuti a sentire se era successo qualcosa. Quelli del gommone si sono presentati dopo mezz’ora: ha cercato di scusarsi un uomo, un italiano mentre la donna che aveva guidato il gommone non ha detto una parola.

Gli ho risposto che in mare non funziona così ». Intanto tra i pochi che sono riusciti a salire su Alinghi 5 c’è chi parla di un pannello di comando più simile ai dispositivi di un’astronave che a quelli di una barca a vela.

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