Charli XCX, l'antipopstar cresciuta con i Ramones

Ha le idee chiare ed è esplosa con "Boom clap" dopo aver scritto brani di successo per altri. "Piangevo per le Spice ma il mio idolo è Bowie"

Charli XCX, l'antipopstar cresciuta con i Ramones

Più che altro ha le idee chiare. Charli XCX in realtà si chiama Charlotte Emma Aitchison, da Cambridge, cento chilometri da Londra, ha appena 22 anni, è già stata numero uno negli Stati Uniti con un brano numero uno anche da noi ( Boom clap dal film Colpa delle stelle ) e, quando si presenta un mattino a Milano, usa questa frase semplice solo per finta: «Sono una che non farà mai due volte la stessa cosa». Probabilmente è vero perché non è la solita frase dettata dall'entusiasmo di chi si è accorto che il proprio brano è stato ascoltato da 130 milioni di persone solo negli Usa (dati della diffusione radiofonica).

La vera marcia in più di Charli XCX, come di altre ventenni con le idee chiare, è che non si limita a cantare canzoni e a scegliersi un look vincente: lei le scrive proprio e ha iniziato quando i suoi coetanei in media si preoccupavano di brufoli o di supereroi: a quattordici anni. Da allora ha composto I love it grazie alle quali le Icona Pop hanno vissuto il loro quarto d'ora di celebrità, e Fancy per la rapper wannabe Iggy Azalea. «Ma le mie radici musicali sono nel punk di Ramones o Stooges e mio papà, che ha organizzato concerti di Bob Marley e Siouxsie & The Banshees, mi ha fatto crescere a furia di Sex Pistols e Malcolm McLaren così alla fine David Bowie e Lou Reed erano le mie vere icone: non per nulla il mio nuovo disco Sucker che uscirà tra poco, è una specie di pop punk». Piccolina, scarmigliata, protetta da un seno felliniano, non si fa problemi a dire: «ho pianto di gioia quando ho visto che era uscito il secondo disco delle Spice Girls, allora avrei voluto essere Baby Spice». Aveva cinque anni.

Ora il New York Times ha coniato per lei la definizione giusta: anti popstar. «Mi piace tingere di iperrealismo tutto ciò che faccio», dice lei che è innamorata pazza delle foto di David LaChapelle e si descrive con una frase che la dice lunga: «Sono un incrocio tra Mercoledì della Famiglia Addams e Winona Ryder in Beetlejuice ». In realtà la sua voce non ha nulla in comune con nessuna delle due perché è potente, sguaiata quanto basta e soprattutto capace di addomesticare le migliaia di watt dell'amplificazione di un grande concerto (ci è riuscita persino cantando negli stadi prima dei Coldplay).

Insomma ha tutte le possibilità di diventare la nuova Katy Perry, esagerata e divertente e credibile come si capisce quando canta da innamorata euforica in You're the one o si lascia andare a toni tristi, persino depressi, in Stay away (dal suo primo disco True romance uscito l'anno scorso). «La musica pop ti consente di essere perfetta all'esterno ma triste e incazzata sottopelle». Eclettica. Sensibile.

Stasera proverà a mostrarlo anche sul palco di X Factor su SkyUno dove arriverà a modo suo, scatenata e ribalda e soprattutto non vestita di rosso e rosa «perché sono due colori che odio». Lei è una che preferisce gli estremi, dopotutto.

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