Cultura e Spettacoli

Marcello Foa: "Abbiamo potenziato l'offerta culturale ma si può fare di più"

Il presidente Rai: "Raccolgo e apprezzo l'invito di Pupi Avati. Tante esigenze vanno bilanciate"

Marcello Foa: "Abbiamo potenziato l'offerta culturale ma si può fare di più"

«Raccolgo in maniera costruttiva l'invito di Pupi Avati a potenziare l'offerta culturale della Rai. Ricordo, però, che abbiamo già fatto uno sforzo notevole in questo momento di emergenza e che esistono canali tematici dedicati, anche se certamente si può fare ancora di più». Così Marcello Foa, presidente della Tv di Stato, risponde all'appello lanciato dal regista di Regalo di Natale sulle colonne del Giornale a «sconvolgere i palinsesti» e programmare grandi film, concerti, documentari sui nomi della pittura, letteratura, poesia, danza

Presidente, quella di Avati è anche una critica: meno sterile cicaleccio, meno salotti Vip e più Bellezza

«La sua è una richiesta di un uomo che ha sempre servito la cultura con grande passione e coraggio. L'ho apprezzata, come anche il dibattito che ne è seguito con gli interventi di Giordano Bruno Guerri (sempre sul Giornale) e di Ernesto Galli della Loggia (sul Corriere della Sera). Ma mi preme anche sottolineare che la Rai per sostenere le famiglie in questo periodo di clausura forzata ha velocemente rivoluzionato la programmazione di Rai Scuola, anche on line, offrendo tantissimo materiale agli studenti. Inoltre ha rafforzato l'offerta di Rai 5, che è la rete in onda dedicata alla cultura e di Rai Storia».

Ma l'appello è in generale rivolto a tutta la programmazione

«Noi, da sempre come servizio pubblico ma ancor di più in queste settimane di isolamento dove è aumentato in maniera enorme il pubblico che ci segue - di tutte le età e a tutte le ore - dobbiamo riuscire a bilanciare l'esigenza di informare con l'offerta divulgativa e l'intrattenimento, perché bisogna, per quanto possibile, tenere vivi anche il buonumore e la speranza».

Sì, ma in sostanza avete cambiato i pomeriggi di Raitre con documentari di storia e di letteratura

«Anche altro: per esempio i giovedì sera con le opere teatrali di De Filippo o le repliche di Ulisse. I programmi di Piero e Alberto Angela sono un esempio di come si possa arrivare al grande pubblico con un linguaggio chiaro e popolare. Così come abbiamo fatto con la Prima della Scala o il concerto all'Arena di Verona in omaggio a Zeffirelli».

Ma non sarebbe possibile dedicare uno dei tre grandi canali, il terzo, solo ad arte, letteratura e musica?

«In un momento come questo mi pare impossibile: ogni rete ha una sua identità molto forte e il pubblico, soprattutto ora, ha bisogno di punti di riferimento familiari, di ritrovarsi nelle abitudini. E poi ci vuole molto tempo e studio per ridisegnare un canale. Semmai il mio auspicio è che questa crisi si trasformi in una spinta per la crescita di Rai 5, per farla diventare davvero la quarta rete nazionale».

Anche perché gli ascolti sono ridotti al lumicino, poche decine di migliaia di spettatori e share che non arriva al mezzo punto

«Questo dipende dallo spezzettamento della televisione in tanti canali tematici. Rai 5 è seguita da un pubblico ristretto ma molto appassionato e qualificato. Quel che dovremmo fare è aumentare gli spot promozionali sulle tre grandi reti per invitare il pubblico a scoprire le altri reti. Anzi, da come stiamo lavorando ora, dobbiamo trarre insegnamenti per affinare ulteriormente la nostra offerta quando torneremo alla normalità».

La giornata su Rai 5 è un flusso indistinto di documentari di tutti i generi, dalla musica, all'avventura, al teatro... Forse bisognerebbe anche cambiare il palinsesto e renderlo più omogeneo e fruibile?

«Non spetta a me entrare nelle scelte editoriali. La direttrice della struttura di Rai Cultura, Silvia Calandrelli, sta facendo un ottimo lavoro. Soprattutto in questo momento. Ricordiamoci che noi dobbiamo aumentare e cambiare l'offerta in una situazione di emergenza avendo a disposizione meno risorse di personale e stando attenti alla salute dei lavoratori».

Mai come ora si sente il bisogno di una Tv di Stato unita e efficiente, un punto di riferimento per il Paese

«Penso che la Rai nel suo complesso abbia reagito con grande senso di responsabilità, mettendo da parte anche le divisioni e le polemiche politiche che spesso prevalgono. E ne dobbiamo dare atto all'ad Fabrizio Salini, ai dirigenti e a tutti i lavoratori.

A parte qualche sbavatura, lo sforzo che stiamo facendo è mantenere una programmazione equilibrata con i toni e i modi giusti».

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