
Bella e famosa come Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Claudia Cardinale, la terza icona sexy dei tempi d’oro del cinema italiano, è morta oggi all'età di 87 anni nella sua casa di Nemours, vicino a Parigi, dove risiedeva da qualche anno mentre le erano accanto i figli.
La vita in Tunisia
Nata a Tunisi nel 1938 da genitori di origine siciliana, ha sempre mantenuto la nazionalità italiana sebbene abbia sempre avuto un forte legame sia con la Tunisia sia con la Francia, dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. “L’Africa mi ha segnato per sempre. Anche se, quando ci sono nata, erano anni difficili e gli italiani che lavoravano laggiù dovevano conquistarsi la vita giorno per giorno. La filosofia del carpe diem mi viene da allora, dalla Tunisi dove si faticava e si viveva, ma con forza..”, raccontava quando ormai aveva già raggiunto una fama internazionale. I suoi esordi avvengono proprio in Nord Africa quando viene ingaggiata per un documentario (Goha) dove fa la parte della donna velata. La Cardinale, ancor prima di compiere 17 anni, vince un concorso di bellezza ed è proclamata l’italiana più bella di Tunisi.
Gli esordi e la maternità indesiderata
Dopo una breve parentesi nel nostro Paese decide di tornare nella capitale tunisina, convinta di non essere all’altezza di fare l’attrice ma rimane incinta a causa di una violenza sessuale subita da un uomo più vecchio di lei. Questo evento sconvolge la sua vita e viene salvata da Franco Cristaldi, titolare della casa di produzione cinematografica Vides che si invaghisce di lei e decide di aiutarla, obbligandola però a mantenere nascosta l’esistenza di suo figlio. Per tutti lui doveva essere il suo fratellino. “Non ero più padrona né del mio corpo né dei miei pensieri. Persino a un'amica era rischioso raccontare qualcosa che prendesse le distanze dalla mia immagine pubblica, perché poteva essere divulgato, mettendomi nei guai. Tutto era in mano alla Vides”, racconterà l’attrice che, sette anni dopo la nascita suo figlio, decide di rivelare la verità in un’intervista rilasciata al giornalista Enzo Biagi.
La Cardinale, nel 1958, inizia così la sua carriera cinematografica con il regista Jacques Baratier che la vuole per il film I giorni dell'amore, mentre Mario Monicelli la sceglie per interpretare una piccola parte ne I soliti ignoti. “Era una bella ragazza, veniva da Tunisi e non capiva una parola di italiano. Non sapeva neppure cosa fosse il cinema. Per quello che mi riguardava avrebbe potuto dire anche solo dei numeri” commentò il regista romano, del tutto rapito dalla bellezza della Cardinale. Nel 1960 gira ben 5 film: Il bell'Antonio, Vento del Sud, Napoleone ad Austerlitz, I delfini, Rocco e i suoi fratelli diretto da Luchino Visconti. Sempre nei primi anni ’60 recita ne La viaccia e in Cartouche accanto a Jean-Paul Belmondo con cui ebbe una breve storia d’amore. Alberto Moravia, nel 1962, accresce la sua fama in un tutto il mondo con un’intervista pubblicata su Esquire che l’anno successivo diventerà un libro di successo intitolato La dea dell’amore.
Con Il Gattopardo e Otto e mezzo arriva il successo internazionale
Nel 1965 Cardinale riceve il Nastro d’argento per la sua interpretazione ne La ragazza di Bube ma sono Luchino Visconti con Il Gattopardo e Federico Fellini con Otto e mezzo che la consacrano definitivamente come attrice di fama mondiale. Di loro dirà: “Sul set di Visconti, il clima è quasi religioso, si vive solo per il film, lasciando fuori il mondo esterno. Tanto Visconti ha bisogno del silenzio per lavorare, quanto Fellini ne ha invece di essere immerso nella confusione e circondato dal massimo della volgarità e del rumore”. In questi anni fa la spola tra l’Italia e gli Stati Uniti dove recita in vari film come La pantera rosa di Blake Edwards con Peter Sellers, Il circo e la sua grande avventura di Henry Hathaway con John Wayne e Rita Hayworth e I professionisti, un western diretto da Richard Brooks. “Era il periodo in cui invitavano tutte le attrici europee di un certo successo, non tanto per apertura e generosità, quanto piuttosto perché gli americani volevano avere il monopolio delle star e, se ne intravedevano altrove, cercavano di farle immediatamente proprie”, dirà, poi, la Cardinale precisando, però, che lei si era tenuta le mani libere rifiutandosi di firmare un contratto di esclusiva con le major.
In Italia, invece, nel ’68 recita ne Il giorno della civetta di Damiano Damiani che le vale il suo secondo David di Donatello dopo quello vinto nel ’61 per la sua interpretazione per La ragazza con la valigia. Sempre nel 1968 partecipa al film capolavoro C'era una volta il West di Sergio Leone facendo la parte di una prostituta, mentre l’anno seguente gira La tenda rossa accanto a Sean Connery. Nel 1972 vince il suo terzo David come miglior attrice protagonista nel film Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata. Negli anni ’70 finisce la sua relazione con il produttore Franco Cristaldi dal quale divorzia nel 1975 e inizia la sua storia più importante, quella con il regista Pasquale Squitieri che la dirige in vari film. Nel 1977 arriva il suo primo film per la tivù: Gesù di Nazareth diretto da Franco Zeffirelli e l’anno seguente diventa madre per la seconda volta.
Gli ultimi anni di vita e i premi alla Carriera
Nel 1981 Cardinale, con il film La pelle di Liliana Cavani, vince il Premio Pasinetti alla Mostra del cinema di Venezia e il suo secondo Nastro d'argento. Il terzo arriverà tre anni dopo con Claretta di Pasquale Squitieri. Nel 1989 si trasferisce stabilmente a Parigi e, a partire dagli anni ’90, recita in vari film sia francesi che italiani. Negli ultimi anni della sua vita riceve vari premi per la sua carriera: Leone d’Oro (1993), David di Donatello (1997) e l’Orso d’Oro al Festival di Berlino (2002).
Lei, però, non si è mai considerata una vera e propria attrice in senso stretto: “Sono solo una donna con una certa sensibilità: è con quella che ho sempre lavorato. Mi sono accostata ai personaggi con grande umiltà: - diceva - cercando di viverli dal di dentro, usando me stessa, e senza far ricorso a nessun tipo di tecnica”.