"Alibaba" e i quaranta filmoni. Hollywood punta su Pechino

Al via la pellicola su Jack Ma, lo Steve Jobs cinese quotato a Wall Street Un personaggio perfetto per iniziare la conquista del mercato asiatico

"Alibaba" e i quaranta filmoni. Hollywood punta su Pechino

Aveva un sogno americano e l'ha fatto fiorire in Cina, dove il ceto medio spende e spande. Ma arrivare in cima non è stata una passeggiata per il cinquantenne Jack Ma, l'uomo più ricco della Cina e fondatore della piattaforma commerciale online Alibaba, che la settimana scorsa ha battuto ogni record al New York Stock Exchange, con un'offerta pubblica di 21,8 bilioni di dollari. Così Hollywood, affamata di storie di successo, ora si concentra sul mandarino di Wall Street, che alle spalle ha un percorso di vita accidentato. Per asp era ad astra , si diceva un tempo. E si dice anche adesso, mentre l'influente produttrice Janet Young, che finanzia film di qualità con temi asiatici ( Dragon: La storia di Bruce Lee , o L'impero del sole di Spielberg), mette in piedi un biopic sul carismatico uomo d'affari. Tanto più che Ma Yun, come si chiama all'anagrafe il leader dell'e-commerce mondiale, in quindici anni è passato da modesto insegnante d'inglese, a 20 dollari al mese, a Mogul internazionale, al top della Hurun Rich List. Sullo sfondo della sua carriera si agitano lo spettro di Mao Zedong, la persecuzione del padre e la barbara uccisione del nonno, oppositore del regime comunista. C'è di che incuriosire il pubblico globale, e magari sfondare sul mercato cinese in enorme crescita nonostante le consistenti barriere all'ingresso (il governo limita la distribuzione delle pellicole straniere). Secondo le proiezioni, il botteghino nel 2014 sarà di 4,3 miliardi di dollari. Nel 2020 potrebbe essere la maggiore fonte di incassi. In pochi anni il numero delle sale (18mila, sono 40mila negli Usa) è raddoppiato, e i cinema spuntano al ritmo di 8 al giorno. Iron Man 3 , il nuovo Transformers , Avatar : sono stati successi colossali anche dalle parti di Pechino.

A scrivere il soggetto qui pensa Bruce Feirstein, che al suo attivo conta un paio di 007: Golden Eye e Il mondo non basta . Segue il canovaccio d'un film d'azione, del resto, con la Grande Storia a intrecciarsi con la microstoria di un ex-morto di fame. Le ristrettezze lasciano i segni e il Mogul dagli occhi a mandorla, nato nel 1964 a Hangzhou, città sul delta del Fiume Azzurro, dove la Fiat costruisce i cambi della Panda, da ragazzino non aveva di che mangiare. I suoi genitori erano artisti di strada, cantastorie tradizionali. Figurarsi se, in piena Rivoluzione Culturale, col diktat delle Guardie Rosse maoiste, si poteva campare di antiche canzoni. Tanto più che il nonno di Jack Ma, ufficiale del Partito nazionalista prima della Rivoluzione Culturale, fu fucilato come nemico del popolo. Sarà per rendere omaggio ai genitori che «il Dio di Internet in Cina», nelle sue apparizioni pubbliche sfoggia copricapo e ventagli sgargianti. «Ero un combattente: mai spaventato, davanti a gente più grande di me», racconta Crazy Jack nel libro Alibaba , di Liu Shiyng e Martha Areny, alla base dell'erigendo film hollywoodiano. A 12 anni, eccolo inforcare la bicicletta per andare da Hangzhou a Shanghai, dove, nell'albergo più grande della città, si proponeva gratis come guida ai turisti, per migliorare il suo inglese. Con le prime mance rimediate il futuro padrone di Taobao (la eBay cinese) e di TMall, una specie di Amazon, si compra una radio. Nel 1988, 11 anni prima di fondare Alibaba, arriva il diploma di laurea in inglese della Hanghzhou Normal University e un impiego da insegnante all'Istituto di Ingegneria Elettronica. Pensare che lo avevano rifiutato in molti, compresa la catena Kentucky Fried Chicken, dove s'era proposto come manager. Ma il nostro è un tipo sveglio e, durante un viaggio a Seattle, affascinato da Internet, prova a digitare le parole «Cina» e «birra»: zero corrispondenze. Torna nel suo paese, gonfio di burocrati del Partito Comunista, ma digiuno di scambi online e; nel suo monolocale, raduna 17 amici per fondare Alibaba: aveva capito che il futuro cinese era nell'e-commerce. «Se avete lo spirito dalle 8-alle-5, andatevene», dice ai sodali.

Oggi, sposato con Zhang Ying, un figlio studente a Berkeley, Ma è un potente uomo d'affari, che ama il kung-fu e gira il mondo col maestro di tai-chi appresso: è lui «il coccodrillo dello Yangtze», che cita la battuta di Forrest Gump , suo film di culto: «La vita è come una scatola di cioccolatini! Non sai mai quello che ti capita».

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