Ecco dove i Rolling Stones hanno preso la diabolica sensualità del loro suono e l'incredibile longevità del loro percorso artistico... Abbeverandosi alla «fonte» del rivoluzionario blues di John Lee Hooker e di Elmore James, i personaggi che - insieme a Muddy Waters - hanno elettrificato il blues portandolo dalla dimensione rurale a quella urbana, anticipando quindi i fulgori del rock'n'roll.
Escono proprio in questi giorni le ristampe - con inediti - di alcuni dischi fondamentali di James e Hooker. Partiamo da Elmore James, un bluesman tanto aggressivo nel suono della sua chitarra «slide», quanto timido e schivo nella vita. (La leggenda racconta che, per fargli incidere i primi brani, dovettero registrarlo a sua insaputa, per quanto si sentisse in imbarazzo davanti al microfono). Ma il suo suono era terrificante, distorto e amplificato al massimo con quelle svisate taglienti che lo fecero esplodere (nel 1951) portando in vetta alle classifiche il superclassico Dust My Broom, rivisitazione focosa della I Believe I'll Dust My Broom di Robert Johnson. Quel brano divenne il suo marchio di fabbrica, tanto che lo incise con numerosi titoli diversi come Dust My Blues, che apre la ristampa del suo primo album Blues After Hours, condito con dodici pezzi inediti. Sono pugni nello stomaco incisi con i suoi Broom Dusters (che nelle varie formazioni hanno riunito personaggi come Eddie Taylor e Ike Turner) che hanno aperto la strada ad artisti come Earl Hooker e Hound Dog Taylor, poi ripresi da musicisti bianchi come Eric Clapton e Stevie Ray Vaughan, spingendo Bill Wyman a dire «non fosse stato per il suo sound gli Stones non sarebbero mai nati».
Guru incontrastato della comunità afroamericana è stato invece John Lee Hooker, che con il suo suono incantatorio e la diabolica modulazione delle frasi, a fine carriera ha raccolto alla sua corte tutti i grandi del rock.
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