La cosa peggiore che Linda imparò nella sua giovinezza fu che fingere il piacere non è abbastanza. Bisogna imparare anche a fingere il dolore. Finita, troppo giovane e troppo ingenua, tra le braccia dell’uomo più sbagliato che le potesse capitare, Linda Boreman fu costretta ad apprendere il modo migliore per simulare il dolore, così da placare il prima possibile, sul letto matrimoniale, le voglie di un marito sadico e psicopatico. Più tardi, quando diventò Linda Lovelace, ebbe tempo per imparare a fingere il più a lungo possibile il godimento che sui letti cinematografici non voleva provare.
Linda, nata nella più classica famiglia middle class americana degli anni Sessanta - padre poliziotto, madre cameriera, scuola cattolica a Yonkers, New York, dove era nota col soprannome «Miss Santarellina» - crebbe con un solo insegnamento, ma preciso. «Il sesso è una cosa cattiva», le ripetevano i genitori e le suore. Finiti gli studi, avrebbe imparato sulla sua pelle e sulla sua anima che è anche peggio. Il sesso può essere un inferno.
L’inferno in cui precipitò Linda, in parte trascinata dalla forza del primo marito Chuck Traynor, in parte dalla propria debolezza, è raccontato in un libro autobiografico straordinario per la crudezza delle vicende che mette in scena e per la grazia del modo in cui lo fa. Uscì negli Stati Uniti nel 1980, quando Linda aveva 31 anni, col titolo Ordeal, e oggi, tradotto semplicemente come Gola Profonda, arriva per la prima volta in Italia (Castelvecchi). Dentro, c’è tutto: la vita reale di Linda, nata nel ’49 e diventata giovanissima, suo malgrado, la più famosa star del cinema porno; la storia vera del film più celebre di quell’epopea, Gola Profonda, girato nel ’72 da un ex parrucchiere, Gerard Damiano, con un bugdet ridottissimo ma con una sceneggiatura a suo modo geniale, comunque rivoluzionaria (per la prima volta una pellicola porno aveva una trama, per di più umoristica, e un’aura intellettuale, tanto da far parlare di “porno chic”); la parabola contraddittoria, libertaria e scandalizzata, di un’America che passa dalle pin up alle pornostar sdoganando il cinema a luci rosse, aprendogli le porte della cultura pop.
E c’è soprattutto la favola nera di una ragazza che si crede innamorata del suo ragazzo, il quale invece, dopo poche settimane, la costringe, pistola alla testa, a fare sesso con cinque uomini nella squallida stanza di un motel. E da lì agli inferi il passo fu persino più breve degli appena 61 minuti che durò Deep Throat, film-svolta dopo il quale la pornografia divenne una cosa normale per l’Occidente.
Nella finzione, Linda Lovelace è una prostituta incapace di raggiungere l’orgasmo che, grazie a un bizzarro sessuologo, scopre che usando la tecnica della «gola profonda» può raggiungere il piacere, celebrato nel finale con un trionfo erotico di fuochi d’artificio, campane e decolli missilistici... Nella realtà, Linda Boreman fu una donna schiavizzata dai suoi uomini, dai produttori, dalle centinaia di maschi e femmine che era costretta a farsi dentro e fuori il set, fu spinta a prostituirsi, tra orge e sevizie, e per sopportare tutto questo s’imbottì di droghe e medicinali, si sentì per la maggior parte della propria vita nient’altro che spazzatura, fu obbligata a impiantarsi protesi di silicone nel seno che le provocheranno il cancro e, sarcasmo del destino, fu istruita dal primo marito, esperto di pratiche sessuali giapponesi, a rilassare i muscoli della gola e diventare - lei che da ragazza non riusciva a sopportare il sesso orale - la regina della fellatio, «gola profonda».
«Certa gente non capisce come tu possa fare sesso con qualcuno che detesti. Io continuavo a cercare modi per renderlo possibile - scrive Linda nella storia della sua vita, che ha ispirato due film in lavorazione, Lovelace di Rob Epstein, con Amanda Seyfried, e Inferno, di Matthew Wilder, con Malin Akerman -. Fumavo sempre più erba. In seguito scoprii un antidolorifico chiamato Percodan, lo assunsi in dosi massicce e divenni del tutto insensibile a quello che mi accadeva. Ma c’erano dolori che il Percodan non poteva mandare via».
Linda Borman, che da Gola Profonda guadagnò appena 1.
250 dollari a fronte dei 100 milioni incassati nel mondo, è morta nel 2002, a 53 anni, per un incidente d’auto, dopo essersi persino schierata a fianco delle femministe contro il mercato della pornografia. Linda Lovelace, invece, vive ancora. E vivrà sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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