Cultura e Spettacoli

Amadeus scopre le "vallette". Elodie e Achille Lauro sul palco

Con "Ibra", a Sanremo, saranno accanto al conduttore. Polemiche sulla nave che potrebbe ospitare il pubblico

Amadeus scopre le "vallette". Elodie e Achille Lauro sul palco

Ci voleva una follia per inventarsi un Sanremo in questo «annus horribilis». E chi meglio di Zlatan Ibrahimovic può incarnare follia e talento, superbia e caparbietà, arroganza e ironia? E, così, Amadeus ha tirato fuori dal cilindro l'idea di avere al Festival il campione svedese, per tutte e cinque le serate. Il ragazzino che rubava le biciclette per andare ad allenarsi e che ha vinto ovunque, non teme certo il Covid e il palco dell'Ariston. «Faccio il contrario di quello che tutti mi dicono» è il suo motto: anche stavolta la sfida a confrontarsi con un mondo così lontano da lui l'avrà convinto ad accettare. «E Ibra non salterà nessuna partita del Milan, nonostante io da interista ci abbia provato in tutti i modi», ha scherzato Amadeus. Ieri, la conferenza stampa per presentare lo show dell'ultimo dell'anno di Raiuno (con Morandi, Pelù, Tozzi, Raf, Pavone, D'Alessio e pure i 44 gatti per soddisfare i gusti di tutti, dai nonni ai bambini, per il primo brindisi all'anno nuovo chiusi in casa) è virata inevitabilmente sulla kermesse canora. L'attaccante del Milan giocherà all'Ariston con un altro campione, ma dello spettacolo, Fiorello, che anche quest'anno non abbandonerà l'amico Amadeus. Volto femminile Elodie: «Sarà una delle donne del festival. L'anno scorso era in gara, stavolta sarà co-conduttrice per una sera». Infine, tra i personaggi annunciati, Achille Lauro, uno degli artisti più eclettici del momento, conosciuto dal grande pubblico nella scorsa edizione: «Ci regalerà cinque quadri, uno ogni sera».

Tutto questo, ovviamente, se il Covid non contagerà anche il Festival. Previsto dal 2 al 6 marzo, andrà in scena solo se la situazione pandemica non peggiorerà ancora. I padroni di casa, Amadeus e il direttore di Raiuno Stefano Coletta, si dicono fiduciosi e - per ora - non mettono in conto uno slittamento. «Allo stato attuale - spiegano - ci sono tutte le condizioni sanitarie per realizzarlo. La gente ha bisogno di leggerezza. Dovrà essere un Sanremo storico, quello dove finalmente mettiamo la testa fuori dall'acqua». Ma non è facile prepararlo: il Festival è per tradizione un bagno di folla, dentro e intorno all'Ariston e in tutta la città di Sanremo. «Tutta l'area va riorganizzata - dice ancora Amadeus - ma non vogliamo un Sanremo Covid. Gli italiani lo vogliono tradizionale, con il pubblico». Una delle idee, che circola da giorni, è ospitare i 500 fortunati che potranno assistere alla kermesse seduti nelle poltroncine del teatro in una nave della Costa Crociere ormeggiata al porto. In modo che gli spettatori vivano in una «bolla» per evitare i contagi. Una sorta di Love Boat musicale. Ma gli albergatori di Sanremo e gli sponsor non sembrano così contenti che la Costa Crociere si tenga ospiti e visibilità, Coletta replica: «Gli sponsor hanno aderito con entusiasmo perché ci sono molti altri modi per mostrare i marchi e gli alberghi potranno essere riempiti da altri addetti ai lavori, da fan, da cantanti e giornalisti».

Infine il caso Bugo, che tornerà in gara tra i Big dopo la clamorosa lite con Morgan della scorsa edizione. Lite riaffiorata nelle scorse settimane quando il secondo, nella giuria giovani, ha dato di matto quando ha saputo che il «collega» era stato selezionato e invece lui no. «Prendi Bugo e non me? Sciacalli», tra le parole più gentili che ha usato. E, per questo, è stato escluso da Sanremo Giovani. A chi fa notare che la Rai continua a chiamare l'artista in ruoli vari per poi doverlo cacciare, il presentatore risponde. «Morgan l'ho voluto personalmente ad AmaSanremo. Continuo a ritenerlo un grande artista. Ma non gli avevo fatto nessuna promessa su una eventuale partecipazione al Festival». Invece sulla scelta di Bugo che suona come un risarcimento per l'eliminazione dello scorso anno, precisa: «L'ho deciso solo in base alla canzone».

Insomma, non si sa se il Festival deve temere di più Morgan o il Covid.

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