Appena entra sul palco del Forum di Assago, si sente che sente emozione. Ma poi Alessandra Amoroso conferma quanto sia cambiata negli ultimi due anni. Non contano solo il viaggio promozionale in Sudamerica (dove ritornerà presto) e l'oggettivo bel risultato in quelle classifiche. Ma soprattutto il nuovo equilibrio emotivo e più consapevolezza sono i responsabili di un concerto che dall'Amoroso non ti aspetteresti: molto intimo eppure condiviso, quasi fosse una riunione di famiglia dentro un palasport da oltre diecimila posti (tutti esauriti).
E se la produzione di F&P conferma un bello sforzo economico (il palco ha due megaschermi laterali, grandi luci, più piani, giochi di prospettiva e, soprattutto, un enorme sfilata di palloncini luminosi che scendono dal soffitto assumendo geometrie sempre variabili), anche la scelta della scaletta, da Stupendo a Estranei a partire da ieri, conferma che, al di là di una eccessiva omogeneità del repertorio, Alessandra Amoroso è ormai padrona del palco e delle proprie emozioni. Non si commuove ma commuove. E ha un'energia anche interpretativa che prima non aveva.
E non conta soltanto la forza della batteria, anzi della cassa che vibra potente. Conta l'attitudine di una trentenne (magrissima) che da quasi otto anni vive nelle nostre classifiche, ha superato il pregiudizio di essere la creatura spuria di un talent show e battuto molti record di vendita.
Ha costruito la propria popolarità creando una Big Family di supporter che la seguono ovunque e comunque e che durante i concerti mettono in scena una sorta di rito collettivo nel quale tutti (o quasi) conoscono a memoria tutte (o quasi) le canzoni e si godono l'interpretazione con una intensità e una partecipazione vecchio stile (non a caso in platea i posti erano tutti a sedere). «Quando sono arrivata sul palco ho detto che goduria, finalmente», ha detto lei poco dopo l'ultimo bis, confermando che la canzone conclusiva è quella che rappresenta meglio il suo stato d'animo: Comunque andare.PG
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