È strano, ma non troppo: mentre le donne vengono fatte fuori come mosche fastidiose da uomini che non le amano molto (i media dicono: «femminicidio»), la sessualizzazione della violenza si fa culto. Magari non avete letto Cinquanta sfumature di grigio (Mondadori), il libro pop del momento, dell'inglese E.L. James, fino a ieri anonima quarantottenne dalla faccia finto ingenua il cui vero nome è Erika Leonard, madre di due figli e quindi mummy porn, porno mammina. Però non si può ignorare che all'altra metà del cielo viene detto di prendersi l'ultima frontiera maschile, la pornografia a base di dominazione, con la femmina sottomessa e il maschio esperto di bondage e di sadismo. E le italiane corrono in libreria a comprarsi la trilogia erotica (dopo il grigio toccherà al nero e al rosso) da 31 milioni di copie, caso letterario che presto sarà un film.
Era ovvio che tale colpaccio passasse dagli scaffali ai grandi schermi globali. Quale pazzo, di questi tempi magri, si farebbe sfuggire l'occasione di mettere in bella copia cinematografica la storia porno-soft di Anastasia Steele, studentessa americana ventunenne e vergine che perde la testa per il fascinoso miliardario di Seattle Christian Grey, perverso ed erudito in ogni più porca pratica sessuale di dominanza? E infatti Universal ha reclutato per la cineversione hot del volume la stessa squadra produttiva del riuscito The Social Network. La posta in gioco è alta, tra la campagna virale condotta tra bloggers e femministe a discutere della storia dell'ex-produttrice televisiva E.L. James e le chiacchiere sotto l'ombrellone, con la casalinga stufa dei romanzetti pseudo porno stile «Harmony». Viva la faccia delle scene spinte, esplicite, zozze come piacciono agli uomini e, sostengono quelli del marketing, alle donne travolte dal fenomeno letterario mainstream.
Stavolta si fa sul serio: le descrizioni del training sessuale dell'ignara studentessa da parte del suo uomo non lasciano spazio a dubbi, con conseguente discesa all'inferno dei sensi. La vicenda è vecchia come il mondo, diciamo che ha circa 114 anni, visto l'universo parallelo a quello della saga vampiresca di Twilight (Anastasia si mordicchia sempre il labbro inferiore e questo manda in tilt lo straricco erotomane), già ispirata al mito di Dracula il Vampiro. Naturalmente, le star di Hollywood sono assatanate e, intanto, si fanno sotto le biondine dall'occhio vispo come Amanda Seyfried, reduce dal ruolo tutt'altro che liliale di Linda Lovelace, pornostar detta «gola profonda». La pratica BDSM (bondage&sadomaso) rende le donne più potenti, se controllano i desideri maschili a suon di scudisciate? E allora in lizza si mette subito Kaya Scodelario, modella inglese classe 1992, già vittima di bullismo a scuola e, quindi, edotta della dinamica vittima-carnefice. E Kristen Stewart, la lady di Twilight? Il personaggio di Anastasia è cucito addosso a lei, che non vede l'ora d'intorbidirsi un po'. Poi si fa il nome di Ashley Greene e di Elisabeth Olsen, occhi blu come Anastasia.
Intanto, per il ruolo del magnate allupato salta fuori Channing Tatum, aitante nello strip di Magic Mike. Questi, però, ha posto una condizione: giro il film se prendete pure mia moglie Jenna Devon, infervorata del libro come Michelle Obama. Arruolare Robert Pattinson? Meglio puntare sul discretamente muscolare Ryan Gosling, raffinato e adatto alle catene. Sullo sfondo, si propongono due Chris: Pine e Hamsworth. Staremo a vedere, perché il sesso è la nuova moneta. La vera bomba Universal potrebbe sganciarsi con Angelina Jolie, sollecitata a dirigere questa fan-fiction per adulti: l'esplosiva signora Pitt dal passato ricco di tormenti sessuali sembra adatta a battere il ciak di questa Histoire d'O contemporanea, che non ha più Paura di volare e nemmeno Le età di Lulù. E che, va detto, non ha neanche la leggerezza dei racconti erotici di Anaïs Nin, o l'eleganza di Emmanuelle, l'eroina anni Sessanta di Emanuelle Arsan.
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