Andrea Bocelli orgoglio d'Italia Primo in Usa e Gran Bretagna

Non era mai successo che un nostro artista pop dominasse le due classifiche più importanti con lo stesso disco

Andrea Bocelli orgoglio d'Italia Primo in Usa e Gran Bretagna

Andrea Bocelli al primo posto della classifica pop americana con il disco Sì. Nessun italiano c'era mai riuscito con un album e già questo merita gli applausi. C'era riuscito Domenico Modugno con il brano Nel blu dipinto di blu «ed era il 1958, l'anno in cui sono nato, pensa che stranezza», dice Bocelli da Forte dei Marmi dove è di passaggio a casa nella pausa brevissima di un periodo di spostamenti frenetici: «Tra poco parto per Orlando in Florida», spiega con il suo tono pacato e come sempre distante dell'enfasi.

In fin dei conti, un po' se la potrebbe permettere, almeno questa volta. Il primo posto nella classifica più significativa del mondo della musica arriva dopo quello in Gran Bretagna e dopo l'attestato che certifica un altro record: il suo repertorio è stato cliccato (per dire «strimmato» è ancora troppo presto) oltre un miliardo di volte su Spotify, a conferma di una dimensione planetaria che nessun altro artista italiano riesce a raggiungere in questo periodo. «In effetti - dice lui - l'idea che un certo numero di persone si alzi al mattino e vada a comprare il mio disco mi emoziona. Più che le cifre o i dati sterili, mi affascina ciò che c'è dietro, ossia l'affetto. Questo risultato certifica una volta di più che un popolo, quello americano oltre a quello inglese, mi stima e mi considera degno di entrare a casa sua».

Se c'è riuscito, Bocelli, è anche merito di una personalità che è riuscita a combinare il pop con la lirica e quindi riesce a raggiungere una quantità di pubblico trasversale. E, soprattutto, di una naturale modestia che lo ha portato, nonostante gli anni di strepitoso successo, a continuare a studiare canto con la passione di uno studentello. E i risultati si sentono visto che, anche a settembre nello show tv all'Arena di Verona, il timbro e l'autorevolezza della voce si sono arricchiti di nuovi riflessi.

Non capita spesso ad artisti di fama planetaria. Magari può dipendere dalle critiche dei «loggionisti» della lirica che inizialmente non accettavano l'idea di un tenore di successo che aveva raggiunto il primo successo con il pop. Ma in realtà molto dipende dalla «fame» che questo toscano pungente e coriaceo ha accumulato in anni di pianobar in giro per la Toscana prima di farsi conoscere dal pubblico italiano. E i risultati di questo Sì, che ha debuttato soltanto al sesto posto in Italia, confermano lo status artista globale.

Caterina Caselli della Sugar, che pubblica il disco e che ha creduto nel tenore da subito, dice che il primo posto «sottolinea il gigantesco talento di Bocelli e la perseveranza di una squadra coesa che da sempre mette al centro il talento artistico e la sua peculiarità».

E, oltre alla presenza fondamentale di due special guest come Ed Sheeran e Dua Lipa (il nuovo singolo è la loro If only), in questo successo c'è anche l'idea di famiglia coesa, visto che nell'«operazione Sì» compaiono i figli Virginia, Amos e Matteo che canta (bene) con il padre in Fall on me, inserita nella colonna sonora del film Disney, Lo schiaccianoci e i quattro regni.

Ed è in questo quadro che lui, il maggior artista solista di successo nella storia della musica classica (secondo alcune fonti), non si concede troppe manifestazioni di entusiasmo neanche quando gli si dice che il suo primo posto ha fatto sentire tante persone

orgogliose di essere italiane. Anzi, lui cita Montanelli, che in una intervista disse: «Come vedo il futuro dell'Italia? È tragico. Ma quello degli italiani è roseo perché ci sarà sempre gente che s'ingegna e si dà da fare».

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