Cultura e Spettacoli

Arisa sorella dark di Hello Kitty. A Nina Zilli non dona Vivienne Westwood

Arisa sorella dark di Hello Kitty. A Nina Zilli non dona Vivienne Westwood

Non importa quanto Arisa ci avesse abituati, fin dalla prima apparizione in tv, alle sue derive di stile. Nulla dei suoi precedenti look da sorella dark di Hello Kitty (abnormi montature di occhiali, sguardo sgranato, unghie flou, frangette, balze, pizzi, fiocchi e strati sovrapposti) è stato in grado di prepararci alle sue scelte sanremesi. Intanto da quel cartone animato giapponese, a questo punto, non avrebbe più dovuto provare a far capolino una donna... Invece Arisa è saltata fuori da Hello Kitty e, saltando, è inciampata nell'ordine: in chili di voile rosso (con strascico e corpino impero smollaccento); in drammatiche, rigide geometrie bianco-nere; in un abito lungo stampato «pop art». Un'oscillante indecisione tra ispirazioni bondage e rococò. La continuità dei look è garantita solo da un paio di décolleté color carnina con una specie di tendina in pelle rossa a coprire l'attaccatura delle dita.

Va detto che Arisa è in buona compagnia. A dimostrazione del fatto che il palco dell'Ariston fa perdere la trebisonda a chiunque, la metamorfosi di Emma Marrone. Normalmente grintosissima di voce, modi e aspetto, in Riviera la cantante si è trasformata in una Moira Orfei sui ghiacci. Indimenticabili (purtroppo) l'abito bianco lungo e lucido con decorazioni da gara di pattinaggio artistico. Per non parlare del vestitino rosso e nero con voluminosi fiori di stoffa applicati o dell'ultimo look da educanda perversa: collettino, manichina, pizzino, doratino. Ci ha fatto tanto venire in mente Lisa e Louise Burns, le gemelline di Shining. Non fosse stato per le scarpe (dorate, scollate e col tacco vertiginoso), e per la divagazione di una sera in cui è apparsa vestita da torera sexy, di Emma non ci sarebbe stato proprio nulla, su quel palco.

Dei Kutso, la band «provocatoria» (temiamo, tristemente, per autodefinizione) in gara tra le Nuove proposte vogliamo davvero parlare? Uno di loro si è presentato sul palco cosparso di fiori di plastica colorati talmente brutti che sarebbero stati brutti ovunque, perfino nella toeletta di una stazione di servizio. Poi due che normalmente adoriamo ma... Stavolta c'è un ma. Nina Zilli (alla quale comunque, con quella faccia, alla fine si perdona sempre tutto) che dovrebbe astenersi dal vestire Vivienne Westwood. «Sulla carta» ci sarebbero apparse perfette l'eccentrica stilista e la vulcanica cantante, ma «sulla stoffa» qualcosa non ha funzionato.

E Malika Ayane, elegantissima perché sempre fedele al proprio stile, manco facile, a dire il vero, ma perfetto per lei (abiti tunica, forme essenziali, monotinta, niente orpelli) ma perché bionda, Malika?! Perfino Lady Gaga ha iniziato a guardarla con sospetto.

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