Cultura e Spettacoli

Arriva "Mrs. America", la serie con Cate Blanchett nei panni di anti-femminista

In nove episodi va in scena una pagina di storia dei diritti delle donne, da un punto di vista inedito e originale. Stile, valore documentaristico e rimandi all'attualità.

Arriva "Mrs. America", la serie con Cate Blanchett nei panni di anti-femminista

"Mrs. America", la nuova serie Tv in cui Cate Blanchett esordisce sul piccolo schermo, è in arrivo questa sera su TIMVISION Plus, con programmazione settimanale.

In nove episodi si racconta la vera storia dell’aspro dibattito politico e culturale sorto negli anni ’70 negli USA sull’approvazione dell’Equal Rights Amendment (ERA), per il riconoscimento di pari diritti a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso.

La stampa ha potuto visionare in anteprima solo i primi due episodi, in cui si vede nascere lo scontro tra i gruppi femminili pro e anti ERA.

L'attivista conservatrice Phyllis Schlafly (la sempre impeccabile Blanchett), sposata con l’avvocato John Fred Schlafly Jr e madre di sei figli, è una donna tutta casa, Chiesa e coscienza politica. E' colta, impegnata attivamente nelle raccolte fondi del partito Repubblicano e reduce da una fallita candidatura al Congresso. La sua carriera è stata spesso influenzata dalla discriminazione di genere e dal sessismo, in casa si sottomette al sesso col marito anche quando non vorrebbe, eppure diventa una paladina della difesa dell’American Way of Life. La sua è una crociata paradossale, volta a conservare un sistema maschilista di cui è lei per prima, in qualche modo, vittima. Appare una scelta contraddittoria ma, in realtà, è il suo modo di tener fede a qualcosa che per lei vale più di tutto: l'aspirazione alla vita politica. Phyllis capisce, infatti, che il suo nome potrebbe emergere solo schierandosi in una questione "adatta" al proprio sesso e usa, quindi, una storica battaglia come quella dei diritti per le donne, piegandola ai propri scopi. Fonda un gruppo “pro-famiglia” e diventa la paladina di tutte le madri e mogli che, consce del potere del proprio ruolo, vivrebbero come una seccatura la possibilità di essere gravate del doppio lavoro di nutrice domestica e donna d'affari. Si batte contro l'eventualità che l'aborto divenga un diritto costituzionale e ostacola i “diritti di gay e lesbiche” per prevenire portino in futuro a un matrimonio egualitario.

La Blanchett, in "Mrs. America" anche come produttrice, capitaneggia un ottimo cast al femminile e riesce ad ammaliare perfino in un personaggio che ha nell'antipatia il tratto distintivo, come quando sostiene altera: “Ad alcune donne piace incolpare il sessismo per i loro fallimenti invece di ammettere di non essersi sforzate abbastanza”. La sua Phyllis è uno scrigno di controllata compostezza e ribollente ambizione.

Gli episodi della serie, come anticipato dai titoli, seguono ciascuno un personaggio femminile: il primo è dedicato a introdurre Phyllis, il secondo a raccontare la front-woman della fazione opposta, Gloria Steinam (Rose Byrne), una donna “single e senza figli che ha quasi quarant’anni”, portavoce del movimento liberazionista.

La regia alterna i filmati d’epoca a scene in cui emergono nitidi gli umori di quegli anni, pregni di questioni in buona parte ancora attuali. La condizione femminile, infatti, sembra ristagnare sugli stessi temi da allora, il che fa indubbiamente riflettere.

"Mrs. America", come racconto corale, ha molto potenziale per il suo valore storico.

A rendere intrigante la serie è, però, soprattutto la sua promessa di esplorare le ragioni e l'umanità di un'antieroina di grande fascino.

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