La formula? Sempre la stessa. Amori, passioni, intrighi, delitti, colpi di scena. E che - a seconda dellepoca - lo ribattezzino feilleuton, dappendice, fotoromanzo, soap-opera, il romanzo popolare sempre lo stesso obiettivo si propone. Attrarre il grande pubblico. Si rifà così a tutti i più tipici elementi del genere,(adeguatamente aggiornati) Le tre rose di Eva: da domani in dodici prime serate su Canale 5, per la regia di Raffaele Mertes e Vincenzo Verdecchi. Cè lodio fra due famiglie, i cui rispettivi rampolli sinnamorano, come in Romeo e Giulietta; c'è la fanciulla ingiustamente incarcerata per un delitto mai commesso, come nei drammoni strappalacrime di Matarazzo; cè il vigoroso guardiacaccia (qui agronomo: una verniciatina dattualità) che seduce la bella nobildonna come in Lamante di Lady Chatterley; cè il prete un po troppo bello per non essere sospettato dintendersela con l'eroina, come in Uccelli di rovo. E soprattutto ci sono molti dei più noti e patinati volti di soap quali Vivere, Incantesimo, Centovetrine: Anna Safroncik, Roberto Farnesi, Luca Ward, Kaspar Capparoni; più i consueti veterani a impreziosire il cast (Paola Pitagora e Barbara De Rossi). «Tutti belli, anzi bellissimi» (come opportunamente nota Massimo Del Frate, della Endenol che ha creato il format). «È stato uno shock sentirsi chiamare nonna - riconosce la Pitagora - da ragazze che hanno letà di mia figlia».
Il tutto servito, infine, secondo i canoni idilliaco-campestri rilanciati da film come Sotto il sole della Toscana o Unottima annata: ampi filari duva lungo le dolci valli toscane (ma scovate in Umbria), fascinosi casolari aviti in stile Chianti (ma reperiti nel Lazio).Arriva «Le tre rose di Eva», vero romanzo tv
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