Cultura e Spettacoli

Un attore di culto per serie di culto "Il mio Better Call Soul è alla fine ma..."

Parla Bob Odenkirk, l'interprete dell'avvocato criminale lanciato dal successo di "Breaking Bad"

Un attore di culto per serie di culto "Il mio Better Call Soul è alla fine ma..."

Da dieci anni a questa parte Bob Odenkirk interpreta quello che è diventato uno dei personaggi più noti del piccolo schermo, l'azzeccagarbugli Soul Goodman, avvocato sempre a un passo dall'illecito, conosciuto nella amatissima serie Breaking Bad e tenuto sugli scudi grazie a questo prequel la cui quinta stagione riempie, una volta alla settimana (negli Stati Uniti va in onda su AMC il lunedì sera e in Italia arriva su Netflix con la stessa cadenza settimanale), queste strane serate di clausura.

Anche Odenkirk, produttore e sceneggiatore oltre che attore, è confinato in casa e, grazie a un collegamento Instagram con i fan, rivela: «Anche la mia famiglia è stata toccata dal contagio, un mio parente è risultato positivo ma per fortuna sta guarendo. Anch'io vivo confinato in casa ma non mi faccio prendere dallo scoramento. Scrivo tutti i giorni, faccio un po' di sport, porto spesso a passeggiare il cane». Per fortuna le riprese della quinta serie sono finite e la produzione della sesta stagione è ancora lontana abbastanza da non essere messa in forse, per il momento, dalla situazione. Sarà l'ultima e per molti sarà un dispiacere. «Ma non può che essere così, ci avviciniamo a grandi passi al mondo successivo di Breaking Bad ed io ho iniziato a interpretare Saul Goodman dieci anni fa, avevo 46 anni, ora ho una decade in più sulle spalle e inizio a trovare difficile interpretare un personaggio che nella linea temporale della storia è invece ben più giovane del personaggio che abbiamo conosciuto in Breaking Bad». L'attore però lascia una speranza ai fan più accaniti. «Potrei sempre interpretare Cinamon Gene». Quest'ultimo è la versione post-Breaking Bad del suo personaggio. Lo si è visto nelle sequenze introduttive di alcune puntate di Better call Saul, e la sua vita è grigia e in bianco e nero come le immagini che lo ritraggono, invecchiato e impaurito, dopo gli eventi della serie originale. «Gene non ha nulla di Saul e poco di Jimmy», confessa l'attore, che spiega le ragioni della libertà che gli autori hanno avuto nel creare il personaggio di Jimmy McGill, l'essere umano che sta dietro il nome di fantasia Saul Goodman: «In Breaking Bad, Saul mostra solo il suo lato professionale, l'avvocato spregiudicato e non l'uomo. Questo fatto ci ha dato molta libertà d'azione nel creare la sua vita, la sua personalità al di fuori del lavoro, nel creare dunque Jimmy, che poi creerà Saul». Saul è più facile da interpretare confessa l'attore - Jimmy dà però più soddisfazione. «Jimmy ha più sfaccettature, è un essere umano vero. Saul è un attore, recita una parte. Non è così inusuale, molti di noi lo fanno sul lavoro. Molte persone mettono una maschera nell'ambiente professionale».

C'è un aspetto che non è ancora chiaro della storia di Jimmy, anche se qualche suggerimento sembra scaturire dall'evolversi della quinta stagione, e cioè il futuro della fidanzata, l'avvocato Kim Wexler, presenza costante e importante nella vita di Jimmy McGill e totalmente assente in quella del Saul Goodman di Breaking Bad. «Non so nemmeno io cosa succederà a Kim, non mi è stato spiegato ma passo dopo passo ci stiamo avvicinando alla verità». L'episodio fruibile questa settimana su Netflix fa in questo senso un grande passo in avanti e altri verso il futuro ne sono stati fatti, grazie alla comparsa di personaggi come Dean Norris che in Breaking Bad interpreta Hank Schrader, cognato del protagonista Walter White e poliziotto dell'antidroga.

Il cameo preferito da Odenkirk però è quello che ha visto la partecipazione di Robert Forster (l'attore di Jackie Brown e Mulholland Drive), scomparso lo scorso ottobre. «C'è la scena di una telefonata, lui l'ha girata tempo addietro, quando era in produzione El Camino (film sequel di Breaking Bad prodotto da Netflix, n.d.r.), io ho girato la mia parte di quella telefonata solo in seguito, ma è stato toccante rivederlo sullo schermo.

Robert era una delle persone migliori che abbia conosciuto in questo ambiente, un uomo dolce e sensibile che amava moltissimo il suo lavoro e portava felicità sul set».

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