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Atypical parla di autismo. Ma la realtà è differente

La serie racconta le avventure di Sam Gadner, un ragazzo con la sindrome di Asperger, ossessionato dai pinguini e dall'Antartide. Nell'ultimo capitolo, Sam sarà alle prese con la realizzazione del suo progetto più ambizioso. Vincerà anche quest'ultima sfida?

Atypical parla di autismo. Ma la realtà è differente

"Sono strano, è quello che dicono tutti. A volte non capisco di cosa parlano le persone e questo mi fa sentire solo, anche se c’è altra gente intorno a me. Allora me ne resto seduto… Penso alle cose che forse non riuscirò mai a fare, come studiare i pinguini in Antartide o avere una ragazza". Così si presenta al pubblico di Netflix Sam Gardner, un adolescente con la sindrome di Asperger, protagonista della serie tv "Atypical".

È la prima stagione: Sam ha 18 anni. Come ogni ragazzo della sua età, ha tanti sogni, primo fra tutti quello di raggiungere l’indipendenza. Poi vorrebbe degli amici, una fidanzata, un lavoro appagante. Sono tutte conquiste difficili, specie quando hai una famiglia apprensiva, che fatica a lasciarti andare, e vivi circondato da persone che non ti capiscono fino in fondo. Sam ha paura del futuro, ma ancora non sa di sbagliarsi, perché stagione dopo stagione, riuscirà a vincere le sue sfide, sorprendendo chiunque, in primis se stesso.

Nell’ultimo capitolo, disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dallo scorso luglio, il nostro protagonista si preparerà a spiccare definitivamente il volo per raggiungere uno dei posti più remoti della Terra. Ci riuscirà?

La trama della quarta e ultima stagione di Atypical

Sono passati diversi anni: Sam ha una relazione stabile con la sua ex compagna di scuola Paige, frequenta con successo il corso di illustrazione scientifica all’università di Denton, ha adottato Stumpy, un pinguino dell’acquario cittadino, ha deciso di abbandonare il tetto genitoriale e andare a vivere con il suo migliore amico Zahid. Ha dimostrato che, se pur con fatica, una persona affetta da un disturbo dello spettro autistico può ottenere quello che vuole. Tutto sembra andare a gonfie vele, fino a quando la sua professoressa di Etica gli domanda: "Che programmi hai dopo il college?". Sam realizza di non sapere la risposta e questo lo manda in crisi. In questi anni la sua vita era già cambiata molte volte, troppe per un ragazzo con l’Asperger che ama la routine.

C’è sempre stata una sola e unica costante: i pinguini. Guardando gli occhi della sua Stumpy, Sam capisce cosa gli riserva il futuro: deve andare in Antartide. Per farlo dovrà adattarsi al freddo glaciale, al rumore fastidiosissimo delle tute termiche, a dormire nelle tende, a restare solo per davvero. Finora ha sempre potuto contare su qualcuno e l’isolamento è stato per lui una scelta. Ma in Antartide le cose sarebbero necessariamente cambiate ancora una volta.

Il suo desiderio di raggiungere il posto più remoto della Terra sconvolge l’esistenza dei suoi cari. Elsa, la madre di Sam, teme che questo viaggio possa essere un po’ troppo per lui. Dalla diagnosi di Asperger, il figlio è diventato il centro della sua vita ed Elsa teme di non riuscire a trovare un altro scopo. Tenta di sfiduciarlo ogni volta che sta per compiere un passo importante. Si scontra, quindi, ripetutamente con il marito Doug, che pur avendo accettato a fatica la malattia del figlio, si è dimostrato essere un buon "sistema di supporto" per Sam, capace di stargli vicino senza tarpargli le ali. La sorella Casey, dopo aver scoperto la sua bisessualità, continua a sentirsi un pesce fuor d’acqua. La grande passione e la dedizione con cui il fratello Sam organizza il suo viaggio in Antartide la spinge a chiedersi se diventare un’atleta professionista sia davvero il suo sogno o quello che la società si aspetti da lei.

La vera svolta narrativa si ha con le storie di Paige e Zahid. Finora la loro esistenza è dipesa da quella del personaggio di Sam, ma da questo momento le cose cambiano: da spalle diventano co-protagonisti. Paige ha ormai da tempo messo da parte i suoi sogni: ha lasciato l’università e lavora in un fast food. Sembra essersi rassegnata alla sua nuova vita, eppure non riesce a colmare il vuoto dentro di sé. Zahid conosce l’imprevedibilità della malattia e il valore del tempo.

Alla fine tutti, compreso Sam, arrivano alla stessa conclusione: vince solo chi sa adattarsi, esattamente come fa il pinguino, che cambia la forma delle sue pupille, riuscendo a vedere nitidamente sia sulla terra ferma sia sott’acqua. "L’adattamento" riacquista un valore positivo, non essendo più sinonimo di "rassegnazione".

Atypical, Casey

Atypical: promossa o bocciata?

Come si legge sul sito dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’autismo è dovuto a "un’alterazione del neurosviluppo legata a un'anomala maturazione cerebrale che inizia già in epoca fetale", le cui cause esatte sono attualmente sconosciute. Secondo i dati riportati dall’Osservatorio Nazionale, in Italia un bambino su 77 soffre di un disturbo dello spettro autistico. Sebbene i numeri siano in crescita, la società sembra non essere ancora adeguatamente informata a riguardo. La disabilità è guardata con paura e sospetto.

"Atypical" non è il primo prodotto cinematografico a trattare la tematica, ma probabilmente è il più rivoluzionario perché pone la malattia al centro della narrazione. Sempre dagli Stati Uniti, dove i numeri sono molto più alti (è stimato che un bambino su 54 sia autistico), viene "Parenthood" (2010-2015) che racconta le avventure della famiglia Braverman, tra i cui membri c’è Max, un ragazzino con la sindrome di Asperger. Nel 2017 è iniziata la saga di "The Good Doctor" che narra le avventure di un talentuoso medico autistico. Entrambe danno degli assaggi della malattia, ma nessuna va a fondo come "Atypical", che ha il grande merito di mostrare con ironia cosa accade nella quotidianità di chi soffre di autismo, senza tralasciare anche i momenti critici.

È giusto ricordare, però, che si tratta di una serie tv e non di un documentario: quindi, è mostrato un solo atteggiamento dell'Asperger e rischia di essere stereotipato. I sintomi dell’autismo compaiono nei primi anni di vita e possono variare da caso a caso: generalmente chi ne è affetto presenta delle difficoltà nel comunicare e socializzare, non sembra provare empatia per gli altri, ha interessi ridotti, è attaccato eccessivamente alla routine, ripete continuamente alcuni gesti con il corpo. I sintomi potrebbero "migliorare" con l’età come nel caso di Sam oppure non cambiare o addirittura peggiorare se non trattati adeguatamente. "Atypical" non è che una fiaba, il cui happy end è quasi "scontato".

Ma la realtà è tutt'altro che prevedibile.

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