Negli estremi metereologici in cui viviamo, l'effetto dirompente del concerto diretto da Kirill Petrenko, presentatosi per la stagione di LuganoMusica alla testa della Bayerisches Staatsorchester sulle rive del Ceresio, ha fatto l'effetto di una bomba d'acqua. La rarità delle presenze del direttore d'orchestra russo di formazione viennese ha contribuito ad aumentare enormemente il desiderio degli appassionati di ascoltarlo, stante la propensione dell'interessato alla riservatezza e l'assenza di sue incisioni. Un «caso» più unico che raro: il futuro direttore di una delle più grandi orchestre del mondo, i Berliner, che si può sentire solo in loco (a Monaco di Baviera) o in sortite lampo. Petrenko ci invita piuttosto ad ascoltare la musica «viva», lasciando perdere le vanità della sua professione, quelle per cui vanno matti quasi tutti i suoi colleghi (dischi, video, interviste, réclame). Anche a Lugano è riuscito a tenere incollata l'attenzione del pubblico in un pezzo non facile come il Concerto per violino di Arnold Schoenberg, complice la straordinaria natura musicale della solista Patricia Kopatchinskaja. E poi ha diretto una Seconda sinfonia di Brahms elettrizzante, dove nessi architettonici, inflessioni armoniche, stacco dei tempi, dinamiche cesellate erano magnifiche.
Alle richieste di «bis», un signore nella fila retrostante ha ammonito: «Non si può fare nulla dopo la Seconda di Brahms». Caspita! Invece avremmo voluto prolungare la gioia in qualunque modo, con buona pace del Catone retrostante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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