Bacchetti e Luisi con Mozart rilanciano Genova

«Adria e Liguria hanno patria comune», tuona il primo doge di Genova, Simòn Boccanegra, all'indirizzo dei suoi concittadini che vogliono invece la guerra con Venezia. Il richiamo al patrio bene comune contenuto nella grande scena nel Palazzo degli Abati del Simòn Boccanegra, ci è tornato a proposito del Teatro Carlo Felice di Genova. Non solo perché nella prossima stagione torna in cartellone quel capolavoro verdiano e nemmeno perché l'inaugurazione (Aida) ricorda il centenario della nascita di un illustre figlio dell'Adria, il maestro Tullio Serafin, colonna anche delle stagioni dell'Ente genovese fra le macerie del dopoguerra. Ma anche per la pubblicazione da parte di Concerto Classics di due gioielli della corona mozartiana dei concerti per pianoforte e orchestra (il dodicesimo in la minore K. 414 e il nono in mi bemolle maggiore K. 271). Solista, direttore e orchestra di questa registrazione live sono tutti genovesi. Parliamo di un pianista che ha tutto per Mozart (tocco, musicalità e gusto) come Andrea Bacchetti e di Fabio Luisi, direttore che fra gli impegni nei teatri più importanti del mondo non dimentica la sua città natale e il suo ruolo di Direttore onorario del Teatro Carlo Felice.

Il messaggio che ci giunge tramite la voce unica di Mozart è un segno di ligure riscatto, sentimento di cui c'è molto bisogno nella capitale dell'antica Repubblica marinara, dopo tante calamità non solo economiche. Un viatico verso acque più propizie alla navigazione di una fondazione lirico-sinfonica, agitate in passato, anche per impotente rassegnazione.

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