Se l'aspettavano tutti, è andata come tutti speravano. Forse mai un vincitore di Ballando con le stelle ha raccolto un consenso unanime e trionfante come quello raggiunto dal quarantunenne cubano , l'ex campione di baseball che nel 2011 perse la vista ma non l'entusiasmo per la vita e, divenuto campione paralimpico di lancio del peso, ha poi sbalordito il pubblico di Raiuno volteggiando sulla pista di Milly Carlucci. Ma soprattutto ballando ha mostrato il suo coraggio e la sua fede nella vita. Nonostante tutto.
Com'è stato il giorno dopo, Oney? È riuscito a riposare?
«Assolutamente no. Non ho neppure dormito. Pensavo che ci fossero tanti più bravi di me; e tutti migliorati al punto da poter vincere. Non me l'aspettavo: ancora non riesco a credere che mi sia successo davvero».
Cos'ha rappresentato per lei questa esperienza? Cosa prova, mentre danza?
«Ho capito che c'è tanto talento nascosto in me. E che dovevo solo lasciarmi andare, perché venisse fuori. Quando ballo mi sento libero, mi sento vivo. E dico sento apposta. Il fatto che io non veda non significa niente; ora infatti io sento, cioè vedo col cuore cose che prima, quando avevo la vista, non vedevo».
Fra le sue tante affermazioni di encomiabile ottimismo, quella che ha colpito di più è stata: «Diventare cieco è stata una benedizione».
«Sì. Perché diventare cieco mi ha insegnato a vivere. Mi ha dato la luce. Ora nella mia mente molte cose sono finalmente chiare. Mentre molte persone, che pure hanno gli occhi buoni, non riescono a vedere».
Queste parole ricordano molto quelle del Vangelo. Lei è credente, Oney?
«A modo mio sì. Ho fede nella vita, nella forza della mia anima. E oggi anche del mio corpo. Ballando ho scoperto qualità del mio corpo che non sospettavo minimamente di possedere. Ora riesco a volare anche con quello, oltre che con la fantasia. E se ci sono riuscito io, può riuscirci chiunque».
Il momento più toccante della finale è stato quando la sua maestra, Veera Kinnunen, per danzare con lei si è bendata gli occhi.
«E in quel momento eravamo proprio uguali. Al punto che ero io, a guidare lei. Veera mi mancherà. Gran parte di ciò che abbiamo fatto assieme è merito suo. La professionista era lei. Io copiavo soltanto».
Lo scontro finale, dopo che lei ha stracciato Martina Stella, Simone Montedoro e Xenia, è stato tutto «azzurro»: ve la siete vista lei, campione paralimpico, e Fabio Basile, campione olimpico di judo.
«Ed è stato un confronto che mi ha commosso. Sentivo la carica, la vibrazione, la determinazione di due atleti che si affrontano, ma allo stesso tempo anche si stimano, si vogliono bene. È stato bellissimo!».
Ma è vera la notizia secondo cui lei, già prima dell'incidente che le ha sottratto la vista, lavorava come ballerino nei locali notturni di Cuba?
«È una notizia distorta. Io sono di origini cubane, tutti i cubani ballano. E arrotondavo un po' il mio stipendio ballando in alcuni locali di Bergamo. Come è distorta anche la notizia che, dopo l'incidente, il pubblico mi abbia rifiutato come ballerino, in quanto cieco. Al contrario. Quando tornavo in quei locali con i miei amici e mi gettavo in pista, tutti si meravigliavano: Ma come fai a ballare così, se non ci vedi?».
La sua serenità, il suo ottimismo, non hanno contagiato tutti i concorrenti. E neppure la giuria. Che ne pensa il saggio Oney delle sfuriate di Giuliana De Sio e dei litigi al vetriolo tra Selvaggia Lucarelli e Alba Parietti?
«Prima di Ballando non conoscevo il mondo della tv. Io ho fatto solo sport, tutta la vita. Preferisco dunque rimanere nel mio. E poi, in quanto sportivo, sono abituato a rispettare le decisioni delle giurie. Qualunque esse siano».
È vero che il 30 maggio a Torino parteciperà alla «Partita del cuore»?
«(Ride) Perché no? Mi piacerebbe. In qualità di portiere, magari. Così alimentiamo un po' di polemiche».
E ora, cosa sarà della sua vita? Che progetti ha?
«Tornerò a fare sport. Ho già in programma delle gare a Rieti, il 5 e il 6 maggio. La danza? Rimarrà un fatto privato. Anche se proprio danzando ho imparato che non bisogna mai dire mai».
Dica la verità: il 65 per cento ottenuto col televoto dal pubblico di casa ha premiato il ballerino o l'uomo?
«L'uomo. Anche perché, senza l'uomo, il ballerino cosa varrebbe?».
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