La banda dei supereroi torna insieme in cerca di riscatto

Esce il 25 aprile il nuovo capitolo della saga con l'incognita sul destino di Iron Man

La banda dei supereroi torna insieme in cerca di riscatto

Sara Frisco

Iron Man, perso nello spazio, che soffre e... forse muore? Come sempre accade con i film della Marvel, neppure i giornalisti presenti alla conferenza stampa di presentazione di Avengers, Endgame, domenica mattina a Los Angeles, hanno potuto vedere per intero la seconda parte della saga nella saga che, al termine di Infinity War, si era conclusa con la sconfitta degli Avengers ad opera di Mad Titan Thanos, in grado di spazzare via metà della popolazione intergalattica e metà dei supereroi che negli anni si sono accumulati a fare la storia del cinema americano del ventunesimo secolo.

Sulla reale morte di Iron Man però non molti hanno il coraggio di scommettere. Per avere certezze servirà aspettare il 25 aprile, quando in Italia, uno giorno prima che nel resto del mondo, arriverà nelle sale Avengers Endgame, un titolo che sembra indicare una qualche fine dei giochi. Le aspettative sono enormi, sia da parte del pubblico sia da parte di Disney che si aspetta di bissare se non superare i numeri del botteghino. Numeri da capogiro: diciannove miliardi di dollari distribuiti su ventuno film in 11 anni, arrivando anche, con Black Panther, alla nomination agli Oscar nella categoria miglior film, evento mai accaduto per un film tratto da una serie a fumetti.

Proprio certi numeri fanno pensare che no, Endgame non significherà affatto la fine dei giochi e che, quell'unica possibilità di vittoria - su 40milioni di scenari che il Dottor Strange in Infinity War aveva deciso di esplorare verrà imbroccata da quel che è rimasto della brigata degli Avengers. «Dobbiamo provare, costi quel che costi», dicono i nostri eroi nel trailer ufficiale di Endgame. Il precedente film infatti ci aveva lasciato con molti caduti. La morte più sorprendente era stata quella dell'Uomo Ragno, fra le braccia di Iron Man, che ne esce distrutto: «Si sente in colpa per essere sopravvissuto - dice Robert Downey Jr, che Iron Man interpreta e si sente obbligato a trovare una soluzione per rimediare al disastro. Era molto affezionato a Peter Parker». «All'inizio di questo nuovo film - spiega Chris Evans/Capitan America - vediamo molta gente distrutta che cerca di assorbire il peso della tragedia. Gli eroi sono a pezzi, nel fisico e nel morale. Il mio personaggio, Steve Rogers, tenterà di rilanciare i sopravvissuti, anche infondendo ottimismo e cercando di unirli nuovamente, per lanciare la controffensiva. Deve riscoprirsi leader in una situazione di distruzione assoluta e dopo una sconfitta devastante». Chi meglio di lui, il supereroe nato negli anni Quaranta, come strumento di propaganda americana nella Seconda Guerra Mondiale?

A spiegare la scelta fatta alla fine di Infinity War, su chi fra i Supereroi fare arrivare a questo secondo film sono i registi di entrambi i lungometraggi, i fratelli Joe e Anthony Russo: «Abbiamo deciso di lasciare in vita gli eroi più vecchi di questo mondo cinematografico». Il primo fu proprio Iron Man, undici anni fa, poi arrivò Hulk, interpretato da Mark Ruffalo, grande appassionato dei fumetti Marvel: «Sono diventato un attore nella speranza di non dovere ripetere cento volte lo stesso ruolo. Con Bruce Banner e Hulk è stato proprio così, ma ne sono contento. Il suo arco nel corso di questi anni è sempre variato e in Endgame cambierà ancora. In più amo il fatto che sia uno scienziato, un nerd e che abbia ispirato tanti giovani a studiare la scienza. Sarà meraviglioso vederlo rinascere dalle ceneri».

Chris Hemsworth racconta il viaggio del suo Thor, che in Infinity ha visto morire molto presto il fratello Loki (Tom Hiddleston): «L'ho interpretato più liberamente di altre volte, perché ogni regola era ormai saltata. Ogni regista che mi ha diretto come Thor ha fatto in modo che il mio personaggio crescesse, questa volta ancora di più».

Scarlett Johansson ha definito Endgame «catartico». Le donne hanno un ruolo importante nell'universo contemporaneo dei supereroi «Io sono l'ultima arrivata dice Brie Larson, nuova Capitain Marvel e ho avuto qualche difficoltà perché ho girato prima questo film di Capitan Marvel. Al di là della confusione temporale però è divertente essere un supereroe». Per i registi il tema dell'inclusione è importante: «Una parte del nostro successo dipende proprio dalla nostra attenzione ai cambi che avvengono nella società che cerchiamo di rappresentare. Alla Marvel cerchiamo sempre di creare personaggi con cui il pubblico possa identificarsi.

Le nostre donne sono forti, decise, pronte a prendere in mano il loro destino e con Captain Marvel abbiamo dimostrato che l'assunto che vedeva come disastrosa l'idea di un film di supereroi con una protagonista femminile era sbagliato».

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