Chi ha detto che sono finiti i supergruppi? Qualche tempo fa il mitico Stephen Stills ha messo su una band di tutte stelle e ora Joe Bonamassa (chitarrista idolo incontrastato dei fan del blues) e l'ex bassista dei Deep Purple Glenn Hughes riportano in vita i Black Country Communion - con il figlio d'arte Jason Bonham alla batteria e l'ex Dream Theater Derek Sherinian - con il nuovo album IV e una tournée internazionale. È la rinascita dell'hard rock e del rock blues, chiediamo a Hughes. «In realtà io lo chiamerei classic rock ed è il r'n'r basico, quello che non muore mai nonostante le mode e il passare del tempo raccoglie fan di tutte le età: è come il buon vino».
A 5 anni dall'ultimo album insieme questa nuova uscita è una sorpresa.
«Non ci siamo mai lasciati definitivamente, anche se ognuno ha seguito i suoi progetti. Joe Bonamassa è uno dei musicisti che incide più dischi in assoluto, in un anno può farne anche tre, e anch'io ho suonato in giro con la mia band».
Quando avete deciso di tornare insieme?
«L'anno scorso con i Deep Purple sono entrato nella Rock and Roll Hall of Fame e c'è stata una grande festa a New York. Il giorno dopo Joe mi ha chiamato in albergo e mi ha chiesto quando sarei tornato a casa, a Los Angeles. Così abbiamo organizzato una cena e mangiando abbiamo deciso di fare un nuovo album, che avrebbe dovuto essere epico. Non ci vedevamo da un po' ma eravamo in ottima sintonia; ci siamo chiusi undici giorni nella sua casa e abbiamo scritto tutti i brani».
Una bella sfida...
«Tutti dicono che sono un buon cantante e un buon bassista, ma io credo che la mia vera forza stia nello scrivere canzoni. Io scrivo sempre: 365 giorni all'anno».
In effetti la sua voce è sempre evocativa e potente a dispetto del tempo che passa.
«È un dono naturale di cui ringrazio Dio. Ogni anno che passa la mia voce è migliore. Sono in completa armonia con me stesso. Finito il tempo delle droghe pesanti e degli eccessi. Ora curo la mia spiritualità, ho dei buoni amici e una grande famiglia e questo incide sul mio lavoro».
Lontano da sesso droga e r'n'r insomma.
«Sì, però la nostra musica è semplice ma aggressiva e sensuale. Soprattutto io non scrivo brani inventati, scrivo storie vere su cose che conosco o che sono accadute, e anche Joe è così; non c'è fiction nei nostri testi. Per esempio Over My Head l'ho scritta una mattina alle 3, riflettendo sulla vita e sul mio passato. O The Last Song For My Resting Place, l'abbiamo scritta in coppia ed è dedicata al violinista a bordo del Titanic, mentre Love Remains è dedicata a mio padre».
Il brano The Cove è dedicato ai delfini.
«Sì, mi ha cambiato la vita vedere come, in Giappone, catturano, torturano e uccidono quegli splendidi animali. Io lotto per loro attivamente, sono diventato anche vegano e cerco di trasmettere la mia filosofia attraverso la musica».
Le mancano i Deep Purple?
«Ho provato a suonare con loro ma è impossibile stare sul palco insieme. Comunque loro sono la mia storia. Mi manca Jon Lord, non riesco a credere che sia morto da cinque anni».
Lei ha detto
che l'Hip Hop è il nuovo Rock and Roll...«Sì, l'ho detto perché è l'unico linguaggio veramente nuovo, ma non sono un fan dell'hip hop. Ascolto poca musica e comunque preferisco quella cantata e con belle melodie».
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