Chi tende a ingrassare, specialmente i maschi come me dopo una certa età, si renderà conto di una cosa: all'inizio la pancia è un problema, ma oltre una certa soglia si trasforma, cominciamo quasi a portarla con orgoglio. Andrés Neuman, nel suo libro Anatomia sensibile (Sur, pagg. 107, euro 13), che è un contromanuale del corpo umano squisitamente ironico e letterario, a proposito della pancia scrive: «Contesta instancabilmente l'autorità dei pantaloni e la censura del metro del sarto. Portare in giro la pancia giusta definisce la nostra eleganza meglio di qualsiasi abbigliamento. Senza il suo ballonzolare non si ha enfasi, abbraccio o mancia. Di sicuro qualcuno citerà il suo impaccio nell'attività fisica. Si potrebbe ribattere che se una vera panza rifiuta le velleità ginniche, è perché già si allena con il suo stesso andirivieni». Finalmente, grazie a Neuman, ho una scusa da dire a chi mi dice che dovrei fare attività motoria perché ho la pancia: non la faccio proprio perché ho la pancia. Fantastico.
È un salvatore di ogni consolidato inestetismo, Neuman. In un lungo capitolo sui capelli riabilita perfino la forfora, «traccia che le teste speculative spargono laddove hanno ragionato; quando ci fa visita un'idea, la forfora è una festa di coriandoli». Non ci avevo mai riflettuto, ma in tutte queste teste profumate e pettinate che vedo in televisione o su Instagram non ho mai visto un pensiero. Ecco perché non hanno la forfora.
Ah, i piedi. Chi vi scrive è un feticista, ma ormai siamo centinaia di milioni, grazie a Internet. Come osserva Neuman: «In epoche non molto remote, ammirarli costringeva ad ardue imprese, e perfino a matrimoni. Oggi i social ne offrono un catalogo infinito. Sospettiamo che siffatte piattaforme siano state progettate espressamente per spiare, ostentare e confrontare i piedi». A proposito, per chi non lo sapesse, non c'è solo Wikipedia, ma anche Wikifeet, di cui io faccio uso quando voglio sapere che piedi ha quella tal attrice. Su Wikifeet trovate i piedi di chiunque, purché famosa. (Nota per gli inesperti: il feticismo dei piedi è riservato solo ai piedi femminili; ci sono anche feticisti dei piedi maschili ma nessuno se li fila, perché fanno orrore. Come fanno orrore gli uomini con i sandali, tipo l'astrofisico Carlo Rovelli).
Anche sulla schiena concordo, la schiena è terribile, perché «nessuna schiena si accontenta del semplice guardate chi sono: preferisce l'insidioso ricordati chi sei stato». Schiene curve, schiene dritte, schiene asimmetriche, Neuman è un cartomante del corpo e per lui tutto ha un significato, perfino i brufoli, «una schiena con i brufoli è segno di pignoleria nevrotica», mentre «una schiena sudata sprigiona impegno e passione nel farsi coinvolgere» (boh, qui non saprei, dipende se è la schiena di Rocco Siffredi o quella di un muratore).
Attualissimo l'elogio del gomito, visto che ormai con il Covid ci si saluta dandosi appunto il gomito, declinato da Neuman molto poeticamente, perché «chi, se non il gomito, sa essere insieme punto di appoggio e di inflessione? Chi regge l'attesa e sopporta gli strusci, esponendo la propria corteccia per il bene del ramo? Cantare le lodi del suo silenzio è giustizia polemica». In effetti il gomito è bistrattatissimo, a tal punto che se qualcuno esagera nel bere gli si rimprovera di alzare troppo il gomito, e non è mai un complimento.
E poi, la vagina. «Niente di più personale e più usurpato. La sua etimologia la riduce a un semplice involucro: il fodero della sciabola, la guaina del membro. La vagina, invece, è piena di se stessa. Non è l'origine del mondo, è il futuro del mondo». Detta così sembra una frase da Murgia (scritta meglio, per carità), però c'è della verità. Pensate al maschio che possiede una donna, così fiero di introdurvi il proprio pene. Ma chi possiede davvero il pene, se ci pensate, è la femmina, l'uomo non può possedersi da solo, il membro maschile è solo un'illusione di virilità estroflessa.
A proposito di pene, Neuman sconsiglia le depilazioni tanto di moda, perché «un pene rasato guadagna in aerodinamica quanto perde in ammortizzazione» (per non parlare delle donne depilate, ormai la norma, i boschetti sono spariti negli anni Novanta togliendo ogni mistero alla selva oscura, e pensare che la pubblicità contro le pellicce di Marina Ripa di Meana, vestita solo della sua, fece furore, suscitando inebrianti turbamenti). Chi ci aveva mai pensato, all'ammortizzazione. Tenera è la notte, in ogni caso, non solo per Fitzgerald ma anche per i peni: «Il pene anziano ondeggia fra l'introspezione e la retrospettiva.
Sotto la fragilità racchiude un'ultima infanzia, dove ogni carezza è una madre». Qui, personalmente, sarei ancora più drastico, visto che ormai nel sesso si definiscono tutti binari (etero e gay) e non binari (i fluidi), mentre io mi sento più un binario morto.
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