La biglietteria piange ma Müller non molla

RomaDai microfoni di Radiodue Marco Müller mostrava una cordiale sicurezza venerdì scorso, dopo che era passato l'ultimo film in concorso (The motel life). E rintuzzava gli attacchi e le critiche piovutegli addosso. «Quattro giornali italiani non sono l'opinione pubblica - sosteneva dai microfoni di 28 minuti, condotto da Barbara Palombelli -. La stampa internazionale è con noi e così pure blog e social network». E poi il pubblico, che ha affollato il red carpet, ha spiegato ancora il direttore, «è una manifesta prova della tenuta popolare della manifestazione. Il progetto è valido, vado avanti».
La cruda natura dei numeri, però, racconta un'altra storia. C'è stato un calo di oltre il 15% dei biglietti venduti. Con un incasso che ha perso 60mila euro. Un calo compensato dall'aumento degli accrediti (+15%). Una crescita che si spiega anche con la novità dell'ospitalità per molti giornalisti stranieri da parte del festival (pratica poco usata dalle manifestazioni di prestigio). I risultati di questa strategia pagano gli sforzi sostenuti: 1.140 articoli sulla stampa, 3.164 su web (300 al giorno), 345 lanci di agenzie, 852 articoli della stampa estera, e sul fronte social network, 22mila fan sulla pagina Facebook. In verità il social network è stato oggetto di accuse da parte del pubblico. In tanti si sono lamentati del fatto che sulla pagina del sito (curata da un'agenzia esterna, come ha precisato Lamberto Mancini direttore della Fondazione Cinema per Roma) siano state oscurate le critiche. In serata la risposta: «Nessuna censura, sono stati eliminati i messaggi dal linguaggio non consono».

Cosa resterà dei 70 lungometraggi in cartellone, 15 medi e 63 corti, più 31 titoli delle retrospettive, per un totale di 178 film? La parola al mercato. A proposito, il settore del Festival riservato agli affari ha offerto il seguente bilancio: quasi 700 accreditati, con gli ospiti internazionali scesi da 350 a 300 rispetto all'anno scorso e i compratori da 260 a 190.