Bistrattata e in crisi la famiglia vince ancora (almeno al cinema)

Dai Vanzina a Muccino, in tanti puntano sui legami affettivi tra genitori e figli. E ora arriva Fausto Brizzi

Una scena del film "Quello che so sull amore"
Una scena del film "Quello che so sull amore"

Mentre il Papa dice no alle nozze gay e alla filosofia «gender», che neutralizza le differenze sessuali e dunque lo status genealogico, il cinema ribadisce l'importanza della famiglia eterosessuale. Quella con un uomo e una donna che procreano, originando legami verticali tra padri, madri, figli, nonni, zii, nipoti e chi più ne ha, più ne metta, di parenti stretti. I quali saranno pure «serpenti», come sosteneva Parenti serpenti, amaro capolavoro di Mario Monicelli, ma funzionano sul grande schermo, tutt'altro che affollato di famiglie omoparentali (Albert Camus notava: «Già nominare male una cosa, significa aggiungere disagio a quella cosa»). Magari le famiglie descritte dai film del 2013 non sono - per fortuna - da Mulino Bianco, ma per quanto poco convenzionali, rispecchiano la maggioranza silenziosa. Quella che, se s'arrabbia, porta 800mila cittadini a manifestare in piazza, come di recente a Parigi, gridando: «Maternité. Paternité. Liberté». In contrasto con il pensiero delle provette e del «matrimonio per tutti».
L'anno cinematografico, dicevamo, è iniziato con due commedie italiane orientate sugli affetti familiari e che hanno incassato bene: Mai Stati Uniti dei fratelli Vanzina, dove cinque fratelli, prima sconosciuti l'uno all'altro, ritrovano l'amore fraterno dopo la morte del loro padre e Quello che so sull'amore di Gabriele Muccino, che assembla un cast stellare intorno all'indistruttibile legame tra un padre e un figlio bisognoso del suo affetto. E fa ben sperare la severa madre del «solito idiota» Francesco Mandelli, impersonata dalla 62enne Loretta Goggi in Pazze di me, firmato da Fausto Brizzi (da giovedì). Tra una nonna astrofisica, le sorelle in carriera e una mamma-sergente, che da sola manda avanti la baracca, il bamboccione vorrebbe essere orfano, ma quella famiglia-clan gli serve proprio. Del resto Ci vuole un gran fisico per tenere unito il clan familiare: s'intitola così la commedia di Sophie Chiarello, distribuita da Medusa dal 7 marzo. Qui Eva (Angela Finocchiaro) va sempre di corsa, tra lavoro, mutuo, l'ex-marito (Elio delle Storie Tese) e la figlia ribelle, però riesce a far quadrare tutto perché crede nell'armonia.
La progenie tiene banco anche in generi diversi dalla commedia all'italiana. Come nel fantascientifico After Hearth. Dopo la fine del mondo (7 giugno) di M.Night Shyamalan, nel quale recitano un padre e un figlio naturali: Will e Jaden Smith, già in coppia nel mucciniano La ricerca della felicità. Ambientato 1000 anni dopo la distruzione della terra, l'atteso fantasy vede il tredicenne Kitai cercare un'intesa sempre più intensa col padre, il generale Cypher: i due, soli su un pianeta devastato, ce la faranno, imparando a collaborare. Il messaggio? Fidati di tuo padre e uscirai dal deserto. Ancora un papà single e tosto salva la prole nel thriller d'azione Snitch. Per amore di un figlio (a febbraio, distribuisce Videa) di Eric Roman Waugh. Lui (Dwayne Johnson) s'infiltrerà nella DEA, i servizi segreti Usa che si occupano di droga, per liberare dal carcere il figlio innocente. Ci sono pure gli zii, però, che provvedono ai congiunti, come nel dramma familiare di Chan Wook Park Stoker (28 marzo), dove zio Charlie bada alla nipote orfana di padre e che vive con l'instabile madre (Nicole Kidman).
Orfani e provvidi zii pure nel thriller La madre (30 maggio), dell'esordiente Andrés Muschietti: stavolta la rossa Jessica Chastain, zia di due sorelle orfane un po' stranucce, dopo l'assassinio della madre, batte se stessa starring l'agente Cia in Zero Dark Thirty. 30 milioni al box-office con la storia della zietta acchiappafantasmi, prodotta da Guillermo del Toro e overdose di legami di sangue... Ma è The big Wedding di Justin Zackham l'epitome di certi ragionamenti sul concetto di famiglia.

Uscita negli Usa a ottobre, la commedia romantica che, dopo Risvegli, riunisce nuovamente Robert de Niro e Robin Williams, ha il suo perno nel matrimonio: quel giorno i divorziati De Niro e Diane Keaton fingeranno d'essere ancora uniti: per far contenta la madre biologica del loro figlio adottivo. Che è supercattolica.

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