Bocciato ancora Minoli Raidue ancora non trova il successore di Santoro

Il cda respinge le proposte per il giovedì sera informativo Bisogna trovare in fretta un nome che tenga testa a La7

Bocciato ancora Minoli  Raidue ancora non trova  il successore di Santoro

Minoli si, Minoli no. Vianello si, Vianello no. Paragone si, para­gone no. Questa stagione Rai va a concludersi come era comincia­ta: con una forte conflittualità den­tro la sua governance e una gran­de attenzione alle pressioni politi­che più che al prodotto. Situazio­ne che ha lasciato un’azienda in stato confusionale e con prospetti­ve nere. I vertici aziendali, neppu­re negli ultimi giorni di mandato, sono riusciti a determinare rotte da seguire nei prossimi mesi: ieri il cda non ha approvato i palinse­sti autunnali presentati dal dg. Motivazione? Divergenze sulle so­luzioni proposte riguardo alla se­rata informativa del giovedì su Rai­due.

Insomma si ruota ancora in­torno a quel famoso buco lasciato libero da Santoro e mai colmato con un progetto serio. Il cda ha di nuovo bocciato la proposta avanzata dal dg Lorenza Lei di affidare l’incarico a Giovan­ni Minoli (con il voto decisivo del presidente Garimberti che si è astenuto, favorevoli i consiglieri di centrodestra, contrari quelli di sinistra). Questo piano contem­plava il semplice spostamento de La storia siamo noi dalla seconda alla prima serata. Con un costo in­feriore rispetto al primo progetto (a sua volta già accantonato dai consiglieri di amministrazione) che prevedeva un più complesso spazio di approfondimento al gio­vedì e una striscia informativa quotidiana nel primo pomerig­gio.

Comunque sia, né le due «va­rianti » con a capo l’inventore di Mixer né quella proposta in alter­nativa (affidare l’incarico ad An­drea Vianello, il conduttore di Agorà su Raitre) hanno trovato ac­coglienza tra i consiglieri. Per ra­gioni uguali ma opposte: Vianello non piace a certa destra e Minoli non piace a certa sinistra. In que­sta usuale ( per la Rai) guerra di ve­ti incrociati, alla fine si è arrivati a un nulla di fatto. Lunedì prossi­mo, in extremis, in un consiglio convocato a soli due giorni dalle votazioni per il rinnovo del cda, il dg Lei proverà a presentare un’al­tra proposta.

Tra gli altri candida­ti, si erano fatti anche i nomi di Gianluigi Paragone (che sarebbe un candidato naturale - se non si fosse fatto più nemici che amici ­visto che fa da anni informazione sulla stessa rete) e di Monica Mag­gioni che arriverebbe da Raiuno e darebbe un volto femminile a un presidio«maschile».Il cda ha boc­ciato le­proposte arrivate in consi­glio anche per il timore che sareb­bero andate a infrangersi contro la verà novità della prossima sta­gione: il ritorno di Santoro su La7. La scelta di pianificare una staffet­ta tra lui e Formigli - e dunque di evitare la concorrenza tra di loro ­garantirà alla rete Telecom il pri­mato informativo al giovedì sera.

Dunque in Rai hanno due possibi­lità: o mollare la presa e tenere aperto un presidio su Raidue che non abbia la velleità di fare vera concorrenza a Santoro-Formigli o sparigliare le carte e tirare fuori dal cilindro un’idea che possa osa­re qualche cosa di più. In attesa di una nuova proposta, se mai arrive­rà, è probabile che nei palinsesti da presentare agli inserzionisti a metà giugno rimarrà uno spazio vuoto sul nome del conduttore. Insomma, Raidue è la rete che si presenterà con i problemi più grossi ai cancelli di partenza au­tunnali.

Anche sul fronte varietà e talent: fatti fuori (non dall’attuale direttore Pasquale D’Alessandro) Annozero ,X Factor e Simona Ven­tura che

garantivano gli ascolti, il secondo canale vivacchia di tele­film e poco altro. Si punterà su un nuovo reality dedicato al viaggio intitolato Pechino Express , mapa­re poca cosa rispetto all’aggressi­vità delle altre reti.

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