Il suo è il corpo di una statua, recita un luogo comune. Ma le statue trionfano nell'attimo supremo della fissità. Questo sontuoso alieno figlio dell'armonia trionfa invece in movimento. Si chiama Roberto Bolle, è un simbolo d'Italia, e fermo - questa è la verità - non sa stare nemmeno con i pensieri. Né con le ambizioni. «La mia sfida - spiega - è dare un segnale preciso: declinare la danza per tutti i tipi di pubblico, accorciando la distanza tra questo mondo e la gente». Danza con me ne è il perfetto esempio: lo show-evento prodotto da Ballandi e Artedanza, ideato e scritto da Bolle insieme a Pamela Maffioli, torna per la sua terza edizione su Raiuno nella prima serata del nuovo anno. Ai vertici di rete, offre il destro per intonare il peana di «una linea editoriale che offre contenuti e interpreti di alta qualità, cercando di alzare il livello culturale della proposta mantenendoci larghi e popolari, perché Raiuno non può escludere nessuno».
La partenza dell'1 gennaio fa il suo effetto, non c'è che dire, perché Roberto Bolle porta nel suo Danza con me, e sono parole sue, «un cast di prima grandezza: ai numeri assoluti di danza dell'800 e '900 accanto a partner come Svetlana Zakharova, étoile della Scala e del Bolshoi, e Anna Tsygankova del Dutch National Ballet, affianco duetti all'insegna dell'ironia e della leggerezza con alcuni dei personaggi più amati dal pubblico italiano, come Alberto Angela, Roberto Benigni (che farà divertire in un tentativo di competizione con me), Andrea Bocelli, Stefano Bollani, Geppi Cucciari e Virginia Raffaele, Luca e Paolo, Nina Zilli, con cui rievocheremo gli anni della Rai in bianco nero dei tempi di Studio 1, Luca Zingaretti, Giampaolo Morelli e perfino i rapper Marracash e Cosmo, con i quali ho coinvolto i giovani dell'Accademia alla Scala».
A tutto ciò si aggiunge una grande ambizione: «Affrontare temi importanti come l'ambiente, i migranti, la violenza sulle donne: senza fare politica, cercando piuttosto di suggerire l'importanza della compassione, dell'empatia e della lotta all'indifferenza». Un numero, particolarmente struggente, prende di petto alcune di queste tematiche: Roberto Bolle danza da solo davanti a uno specchio, nel quale entrerà per affrontare, in un duetto con un altro sé stesso, la visione di alcuni dei grandi drammi della nostra epoca. «Il linguaggio più importante - spiega il ballerino, primo al mondo a essere contemporaneamente Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell'American Ballet Theatre di New York - resta però quello della leggerezza, che è poi quello che ha portato al programma il successo di pubblico di questi anni».
L'ultimo commento è un ricordo di chi lo convinse a lanciarsi nel progetto di Danza con me: «Se non fosse per Bibi Ballandi non sarei qui - confida Bolle -. Fu lui il primo ad aver fermamente creduto che io potessi vincere la sfida televisiva. Ero pieno di dubbi e di timori per un mondo che mi era estraneo, e invece aveva ragione lui».
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