Luca BeatriceAffascinato da certe teorie che alimentarono il nazismo, desunte magari da una lettura del Superuomo di Nietzsche. Amante dell'occultismo alchemico dall'esoterista Aleister Crowley, considerato tra i sostenitori del satanismo; credeva nello spirito reincarnato, governato da immote leggi dell'universo. Per un'intera carriera David Bowie ha disseminato le sue canzoni di riferimenti non facilmente decifrabili, alimentando dubbi e certezze su una sua profonda differenza rispetto all'intero mondo del rock. Come un diamante purissimo, il Duca è stato unico e irripetibile. Lo è stato in vita e lo è a maggior ragione ora che non c'è più.Con Blackstar il mistero si infittisce, trovando la sua apoteosi nella morte sopraggiunta pochi giorni dopo l'uscita dell'album. Lo alimentano i testi dei brani, enigmatici eppure in gran parte improntati a un nuovo imminente cambiamento, un'ennesima trasformazione. Ma è soprattutto l'apparato visivo ad avanzare nuove e affascinanti ipotesi. A cominciare dai due video girati da John Renck, anch'egli appassionato di Crowley. Blackstar, il singolo più lungo mai pubblicato, è di fatto un breve film che offre un'antologia piuttosto esplicita di momenti bowiani, a cominciare dalla tuta d'astronauta vuota, continuando con una figura femminile che ricorda la protagonista di Labyrinth, e poi il sole e la stella nera. Bowie lancia un nuovo ultimo personaggio, un uomo anziano, con una benda attorno agli occhi ridotti a due bottoni, che ritorna nel secondo clip Lazarus, dove si avverte forte il senso della malattia, della fine imminente, impossibilitato prima ad alzarsi dal letto fino a sparire per sempre tra le porte di un armadio.«Nella villa di Ormen/ si trova una candela solitaria/ Al centro di tutto/ i tuoi occhi». È la prima strofa della canzone che dà il titolo al disco, uscita in formato singolo lo scorso 25 novembre. Ormen, una città della Norvegia e un serpente. Proprio in quei giorni, e fino alla pubblicazione dell'album, qualcuno ha inserito su Tumblr un blog dallo stesso titolo, The Villa of Ormen. Nessun testo ma solo una serie di immagini e gif dall'altissimo valore simbolico, tutte in bianco e nero con uno stile uniforme, inquietante e mortifero, che riprende alcune presenze iconiche affiorate nei due video. Due figure femminili dal corpo oblungo e la testa minuscola; una donna che scivola nello stesso armadio di Lazarus; il paesaggio di monoliti in Scozia, molto simile a quello che compare in Blackstar; un biglietto con la scritta «But I love you said the knife to the wound»; un corpo morto e bendato su un tavolo; la regina cieca; il sole nero; un Trionfo della morte e una Vanitas; tre parche nude con il cappuccio tipo KKK; un albero piegato su se stesso; una candela che si consuma e si rigenera; l'Hell's Café di Parigi; cadaveri impiccati e una donna a seno nudo morsa da un lupo.Soprattutto, l'unica immagine a colori, un bicchiere traboccante liquido verde che fa pensare al veleno, alla dolce morte che potrebbe avere accompagnato Bowie nel trapasso dalla terra a un'altra dimensione, su cui stanno discutendo i fan in rete incoraggiati peraltro dalle poche parole pronunciate dal figlio. Mistero assoluto su chi possa aver postato queste immagini, ma certo gli indizi fanno supporre che possa trattarsi di qualcuno molto vicino all'entourage di Bowie, qualcuno che conosceva perfettamente le due nuove canzoni.
E non si può escludere che l'autore sia stato il Duca stesso, giusto per offrirci quegli elementi che solo in seguito avremmo potuto interpretare come segnali che qualcosa di terribile sarebbe accaduto. Intanto consumiamo il suo cd ascolto dopo ascolto, alla ricerca, se non di verità, almeno di chiarimenti circa l'ultima e definitiva, ma forse neppure, reincarnazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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