Insomma The Edge è ritornato nella band. Oddio, non è che avesse mai lasciato gli U2, anzi, ma il brano pubblicato a sorpresa ieri conferma che il suo spirito, più rude più punk, è di nuovo centrale nei suoni della band. Si intitola The Blackout e non è un singolo bensì, come spiega la band su Facebook, è un brano «just for you», solo per voi. In sostanza una sorta di regalo che inizia ufficialmente il countdown per il disco forse più annunciato degli U2, quel Songs of experience che a questo punto dovrebbe uscire nella prima settimana di dicembre a tre anni dal precedente Songs of innocence (come si sa, entrambi i titoli sono legati a un'opera del poeta inglese William Blake). Intanto, giusto per far capire come questa band voglia scombinare gli schermi tradizionali di promozione e lancio della propria musica, la prossima settimana uscirà invece il primo vero singolo, che si intitola You're the best thing about me, del quale nei mesi scorsi è circolata per qualche ora una versione remix.
In poche parole, è iniziata un'altra fase degli U2, e inizia mentre continua ancora il tour mondiale partito a maggio e pronto ad arrivare domenica a Detroit e martedì a New York in una inedita ed entusiasmante mescolanza di musica vecchia e nuova, di celebrazioni delle vecchie canzoni (il tour è dedicato ai trent'anni del loro capolavoro The Joshua Tree) e di scoperta di quelle nuove. Per dirla tutta, non è così frequente che quattro rockstar con quarant'anni di super carriera alle spalle, centinaia di milioni di copie vendute e centinaia di premi ricevuti, si rimettano in gioco così contemporaneamente su più tavoli così globali. Sembra quasi una nuova giovinezza, e uno schiaffo ai sospetti che li davano per ormai privi di stimoli.
Non a caso, anche The Blackout, registrato dal vivo in un piccolo club di Amsterdam e filmato in bianco e nero, è uno bello schiaffo rock non soltanto per l'accordatura e gli effetti della chitarra ma anche per alcuni «stacchi» che sono più vicini a quelli di un gruppo punk anni Settanta che a una band mainstream che riempie gli stadi. D'altronde nei concerti del The Joshua Tree Tour (più a Roma che nell'iniziale data a Vancouver) si poteva intuire una ruvidità più graffiante della chitarra, e un volume spesso quasi assordante delle parti soliste di The Edge.
Qui, in questi cinque minuti suonati dal vivo e quindi necessariamente più immediati, la batteria asciutta e un basso molto incalzante incrociano la voce di Bono e un testo che, come spesso accade a quelli scritti da Bono, sconfina nella spiritualità. «In the darkness where we learn to see», nel buio dove impariamo a vedere. «When the lights go out, don't you ever doubt the light we can really be», quando le luci vanno via, non dubitate mai della luce che possiamo davvero essere.
Due versi che rendono l'idea della canzone e che, su quel palchetto di Amsterdam dove è stato registrato il video, si uniscono allo spirito più selvatico ma fortemente inzuppato di tradizione blues che ha reso gli U2 la band con più piani di lettura della storia recente del rock.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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