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Tutte le bugie di Meghan Markle: la testimonianza choc

Continua la guerra tra Meghan, il Daily Mail e il Mail on Sunday, ma stavolta parla in tribunale un personaggio chiave, portando alla luce tutte le presunte bugie della duchessa

Tutte le bugie di Meghan Markle: la testimonianza choc

Lo scorso febbraio Meghan Markle aveva vinto una prima battaglia contro i tabloid accusati di aver pubblicato alcuni passaggi della lettera che inviò a suo padre nell’agosto 2018. Per l’Alta Corte di Londra la duchessa avrebbe avuto “ragionevoli aspettative che la lettera rimanesse privata”, dunque i giornali incriminati, cioè Il Mail On Sunday e il Daily Mail, avrebbero violato la sua privacy. Ora, però, l’ex addetto alle comunicazioni dei Sussex e dei Cambridge ha ribaltato la situazione, raccontandoci un’altra versione della storia in cui Meghan Markle sarebbe tutt’altro che una vittima del sistema mediatico.

La lettera a Thomas Markle

Cinque pagine scritte a mano con grafia impeccabile da Meghan per suo padre, poi finite nelle mani dei giornali, che ne hanno resi pubblici degli stralci a febbraio 2019. Una lunga lettera piena di parole affettuose e concilianti con cui la duchessa cercava di chiarirsi con Thomas Markle: “È con il cuore pesante che ti scrivo, non comprendendo perché hai scelto di intraprendere questa strada, chiudendo un occhio sul dolore che stai causando”, aggiungendo: “Ti ho sempre e solo amato, protetto e difeso, offrendoti tutto il sostegno finanziario che potevo, preoccupandomi della tua salute…Sapere da un tabloid, la settimana delle mie nozze, che hai avuto un infarto è stato orribile. Ti ho chiamato e inviato messaggi …tu hai smesso di rispondere al telefono e hai scelto di parlare solo con i giornali scandalistici”. E ancora: “Se mi ami, come dici alla stampa, per favore fermati”.

La duchessa aveva dovuto ammettere di aver scritto la lettera chiedendo aiuto a Jason Knauf, all’epoca segretario alle comunicazioni dei Cambridge e dei Sussex. Gli avvocati dei tabloid avevano subito rilevato l’incoerenza del suo comportamento, sottolineando: “Nessuna lettera davvero privata da figlia a padre richiederebbe interventi da parte del Palazzo”. Il 10 novembre 2021, durante un’udienza per il processo d’Appello, è stato ascoltato proprio Jason Knauf, chiamato dai legali dei giornali come testimone chiave dell’intera vicenda. Forse ricorderete che fu proprio l’ex segretario, nell’ottobre 2018, a inviare al principe William la mail in cui accusava Meghan di bullizzare lo staff di corte.

In tribunale Knauf ha raccontato: “La duchessa voleva essere certa che, qualora la lettera fosse diventata di dominio pubblico, avrebbe dovuto contribuire a stabilire la sua prospettiva sui problemi riguardanti l’atteggiamento del padre” e ha proseguito sostenendo che Meghan “si aspettava che sarebbe trapelata”. Per questo avrebbe chiesto aiuto a Jason Knauf. Non solo. L’ex collaboratore ha rivelato che nella missiva la moglie di Harry si riferiva al padre chiamandolo “daddy, per toccare le corde del cuore” dell’opinione pubblica. A quanto pare l’ex attrice avrebbe “esaminato delle opzioni per una comunicazione scritta che potesse convincere [Thomas Markle] a smettere di dare interviste, ma che potesse anche mettere le cose in chiaro se lui le avesse concesse ai media”.

Per gli avvocati dell’Associated Newspapers questa testimonianza sarebbe la prova che la lettera a Thomas Markle “non era una comunicazione intima destinata solo a suo padre”. Del resto la difesa dell’ex attrice non regge. Messa con le spalle al muro da Knauf, Meghan ha ammesso di aver “sviato” le indagini, ma in modo “non intenzionale” e precisa che le sue sono state semplici “dimenticanze”. C’è da dire, d’altro canto, che Meghan non si fidava di suo padre e non era affatto sicura che avrebbe mantenuto il silenzio con la stampa. Tuttavia queste perdite di memoria improvvise ma molto circostanziate della duchessa di Sussex fanno riflettere. A questo punto dobbiamo credere, come sostengono i legali dei tabloid, che Meghan avrebbe scritto a Thomas Markle solo per liberarsi della reputazione di “figlia gelida e indifferente”?

Un aiutino a Finding Freedom

Jason Knauf ha raccontato anche un altro retroscena importantissimo nel rapporto tra i Sussex e i media. A quanto pare il principe Harry e Meghan avrebbero collaborato alla stesura della biografia di Omid Scobie e Carolyn Durand, “Finding Freedom”. I duchi hanno sempre negato qualunque coinvolgimento, ma Knauf ricorda che la coppia gli avrebbe consegnato una lista di lagnanze e situazioni di disagio vissute a corte da inviare agli autori del libro. In particolare Harry e Meghan si sarebbero focalizzati sull’odio online di cui erano vittime e dal quale nessuno, a Palazzo, li avrebbe salvati.

I Sussex poi, avrebbero ammonito Knauf, dicendogli che la loro collaborazione alla biografia doveva essere negata sempre e comunque. Con questo processo i nodi stanno venendo al pettine, come si dice. Non è nemmeno escluso che Harry e Meghan vengano chiamati a testimoniare. Se le presunte bugie della duchessa verranno provate, potrebbe anche essere accusata di spergiuro.

La reputazione dei Sussex è in frantumi: non hanno portato prove a sostegno delle accuse mosse ai Windsor durante l’intervista a Oprah. Ora, forse, la Markle ha mentito di fronte a un giudice.

Le udienze d’Appello si svolgeranno nell’arco di tre giorni, ma ci vorranno mesi prima che la sentenza venga pronunciata. A noi rimane sempre la stessa domanda: Meghan è stata davvero una vittima della royal family e della stampa, oppure è una donna capace di mentire con spietata freddezza?

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