Cultura e Spettacoli

Caso Morgan a Sanremo: parla il Maestro Valentino Corvino

Valentino Corvino interviene per spiegare come siano andati i fatti con la partitura di Sanremo, che ha provocato la lite tra Morgan e Bugo

Caso Morgan a Sanremo: parla il Maestro Valentino Corvino

La lite tra Morgan e Bugo al Festival di Sanremo continua a tenere banco sui social network.

Tuttavia, accanto ai meme e alle battute relative al momento della defezione di Bugo, il contributo più inedito riguarda uno dei diretti interessati. Morgan ha infatti pubblicato sul proprio profilo Facebook un video in cui parla in prima persona il Maestro Valentino Corvino, suo storico collaboratore dai tempi di “Altrove”.

Corvino pare si sia occupato dell’arrangiamento di “Canzone per te” di Sergio Endrigo, cantata dal duo Morgan-Bugo nella serata dedicata ai duetti e nodo del contendere tra i due artisti ed ex amici. Corvino afferma di essere l’unico in possesso di tutti i documenti per la creazione dell’arrangiamento e ricostruisce l’intera vicenda. L’uomo afferma che in quel momento si trovava dapprima in ospedale e poi in convalescenza, tutto è passato attraverso diverse fasi.

C’è stata, spiega Corvino, una prima fase in cui il materiale era confuso e l’arrangiamento complesso: così il musicista ha inviato una bozza semplificativa al team di Morgan, che è stata girata a quello di Bugo e poi anche a Mescal e Sony, le case discografiche. La bozza era formata da alcuni file pdf modificabili - perché incompleti, avrebbero dovuto essere completati prima di arrivare all’orchestra. L’invio è avvenuto attraverso WeTransfert: 6 giorni dopo però a Corvino è giunta la notifica che confermava come nessuno avesse scaricato i file. «Nessuno si è preso la briga di rispettare il lavoro di Marco», spiega nel video: il Marco in questione è Marco Castoldi, in arte Morgan.

Mentre era in convalescenza, continua Corvino, è stato contattato da Castoldi per chiedere di completare l’arrangiamento: quest'ultimo risultava difficile ed è stato quindi rigettato, perché esteticamente sembrava uguale al precedente pur non essendolo nel contenuto. «Per me la difficoltà di un brano non è una discriminante - chiosa Corvino - altrimenti il 90% della musica classica non esisterebbe».

A Corvino non è rimasto che farne due versioni più semplici, una in cui ha riprodotto a orecchio la partitura dell’arrangiamento originale di Luis Bacalov, più facile ma anche efficace, e un’altra in cui ha preso quegli strumenti che nell’arrangiamento originale non avrebbero dovuto suonare perché non in organico, mescolando anche parti scritte da Morgan e perfettamente integrate. «Quando è stato detto che l’arrangiamento non era ancora eseguibile mi sono meravigliato», ha commentato Corvino.

Quindi l'arrangiatore spiega che ci si è accorti che l’orchestra non abbia mai ricevuto quelle parti. Aggiunge che c’è qualcuno che non ha rispettato il lavoro di Morgan - «che rispetta la musica degli altri e la ama» - qualcuno che ha provocato la lite con Bugo e che dovrebbe chiedere scusa anche all’orchestra e al suo direttore. Corvino esclude dal suo pensiero Amadeus e il Festival, sempre rispettosi con Castoldi.

«Su un palco come quello di Sanremo - conclude Corvino - che dovrebbe offrire il meglio della canzone italiana, un artista può avere un carattere diverso dagli altri, può essere difficile, può essere una persona fragile, una persona ricca, può essere una persona complessa, ma un artista è sicuramente diverso dagli altri e va tutelato, perché intorno agli artisti che ci sono a Sanremo, in questo caso intorno a Bugo e Morgan, ci sono almeno venti persone che erano lì per lavorare, per far sì che loro fossero messi in condizione di poter esercitare la loro arte sul palcoscenico di Sanremo. E allora perché queste persone hanno preso questo materiale e lo hanno trattato in questo modo? chi non dice che fine hanno fatto le mie parti, il mio lavoro, il lavoro di Morgan e perché non è mai arrivato sui leggii dell’orchestra? Perché invece è stato detto che l’orchestra l’aveva visto e l’aveva rigettato? C’è qualcuno che non dice la verità e che non si prende la responsabilità».

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