Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival lo scorso settembre, è attualmente nelle sale "Venuto al mondo", il nuovo film di Sergio Castellitto tratto dall'omonimo romanzo di sua moglie, Margaret Mazzantini. Come fu per il loro "Non ti muovere", nel 2004, la protagonista è Penelope Cruz.
Gemma (Penelope Cruz), dopo molti anni dalla fine della guerra, si reca a Sarajevo con suo figlio Pietro (Sergio Castellitto), per assistere a una mostra di fotografie in onore delle vittime del conflitto scattate a suo tempo da Diego (Emile Hirsch), il suo grande amore del passato. Ad attenderla troverà ricordi struggenti, ferite mai rimarginate e nuove illuminanti verità.
Questo film è crudo e dolce allo stesso tempo e racchiude tutta una serie di archetipi che creano empatia con la parte più viscerale dello spettatore, lo allacciano dentro e lo conducono in un viaggio nelle emozioni più profonde dell'essere umano.
Il segreto per godere appieno di quest'opera è forse quello di sedersi al cinema senza saperne più di tanto, perché i protagonisti sono, tutti o quasi, ben interpretati e meritano di farsi conoscere in sala senza alcuna anticipazione. Si sappia solo che l'intreccio di flashback tra passato e presente è ben orchestrato ed è reso credibile dall'ottimo trucco dei personaggi; mentre gli orrori della guerra sono invece un po' banalizzati e alcune battute un po' troppo retoriche.
Ad ogni modo, non c'è mai commozione gratuita; questo è il grande pregio del film. Quanto agli errori, due sono piuttosto evidenti: il fatto che si mortifichi la bravissima Penelope Cruz facendole interpretare un'italiana nonostante l'evidente accento straniero e l'aver riservato a Pietro Castellitto il ruolo del figlio adottivo del personaggio affidato a Sergio Castellitto nel film, nonostante i due si somiglino come due gocce d'acqua.
Ciò detto, "Venuto al mondo" si fa seguire fino all'ultimo minuto con grande partecipazione. Quella rappresentata è gente piena di lividi interiori così profondi da sapere che non potrà guarirne, ma che continua a lottare per avere la propria porzione di amore e felicità perché, come si legge guardando la protagonista, le facce invecchiano ma la forza dei sentimenti resta intatta.
E' un film che invita a non giudicare dalle apparenze, a non condannare a priori per pochi indizi, a capire che le storie, come le persone, hanno uno spessore più ampio di quel che percepiamo. Insomma un'opera che, nonostante alcuni evidenti difetti, riesce a scaldare l'anima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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