«Caterpillar», i vent'anni di un corsaro della radio

Ormai Caterpillar è ormai nella categoria dei «venerati maestri» radiofonici. Ieri ha compiuto 20 anni in onda su Radio2 con una trasmissione speciale dagli studi Rai di Milano. Un modo per celebrare uno dei programmi più significativi di RadioRai, nonché uno dei pochi diventati un simbolo. Caterpillar è nato da un'idea di Massimo Cirri ed è diventato nel tempo non soltanto un laboratorio di idee, proposte e controproposte. È anche uno dei pochi trampolini che la radiofonia italiana abbia saputo creare per il successo, quello vero. Ad esempio, Filippo Solibello, un vero caterpillar della radiofonia italiana, è cresciuto proprio in questo alveo e Benedetta Tobagi è passata da qui prima di raggiungere il consiglio d'amministrazione della Rai. Ora che si è sdoppiato nell'edizione mattutina delle 6 (Caterpillar Am) e in quella tradizionale delle 18,30, oltre ad aver generato anche una sorta di spin off che è Catersport, Caterpillar può esser davvero considerato un punto di forza di tutta la Rai, mica solo della radio. Sa trattare argomenti noti con un piglio ignoto (specialmente quando non c'è il retrogusto politico, unico neo di questo programma) ma riesce anche a lanciare temi sconosciuti o imprevedibili con un piglio noto: quello aggressivo ma ironico di un verso programma corsaro.

Certo, una parte del merito è del grande Renzo Ceresa, uno dei pochi curatori di programmi radiofonici che conoscano davvero il mestiere. Ma il resto va ascritto a Cirri e ai suoi compagni, da Sara Zambotti a Marta Zoboli a Paolo Labati. Sono loro a tenere accesa una delle poche realtà radiofoniche in continua mutazione.

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