Ma, va beh, questo è veramente teatro dell'assurdo: Celentano se la prende con la rete su cui sta andando in onda. Che, unica, gli ha dato la possibilità di trasmettere quella follia che è il suo cartone animato. Con ironia certo, nascosto in un finto confessionale. Però... Il Molleggiato, ieri sera, nella seconda puntata dello suo show-cartoon, si fa confessare dal prete Nino Frassica: «Ho peccato, padre, ho lasciato illudere Canale 5 che avrei partecipato allo spettacolo, ma non potevo perché dovevo seguire la mia anima, Adrian... Ho detto che potevo esserci o non esserci, come quello che sta succedendo ora». Replica Frassica: «Hai peccato di taciturnità molesta, ma io non ti posso assolvere perché sono un prete Rai e non un prete Mediaset». «Ma non ci sono preti Mediaset, sono tutti Rai. - risponde il cantante - Comunque lo puoi fare a reti unificate. Tanto quello che fa la Rai lo fa pure Mediaset e poi la ricopia il doppio Mediaset...». Chiude Frassica: «Ti assolvo nel nome del padre, del figlio e del santissimo ascolto...».
Prima e dopo la sua apparizione Celentano ha fatto rifilare stoccate al governo per bocca di Natalino Balasso e di Giovanni Sorti (quello di Aldo, Giovanni e Giacomo), sui «porti italiani chiusi», «quota cento», sulle «carceri affollate, sui «diritti umani che l'Italia non rispetta». Ultima apparizione: muto, per cinque minuti, con il pubblico che lo applaude lo stesso e una memorabile battuta di Balasso: «Pensa quanto guadagna di Siae. Questa pausa qua l'ha scritta lui».
Insomma ieri sera il Molleggiato ha cominciato a buttare lì i suoi temi preferiti, l'ingiustizia sociale e il mondo inquinato, in carne e ossa, oltre che in versione cartoon. Per spiazzare ancora di più ha messo in mezzo Canale 5 e la critica alla tv generalista. È anche una strategia per mantenere desta l'attenzione. Perché la prima puntata di lunedì ha ottenuto buoni risultati ma non splendenti come si conviene al Re degli Ignoranti. La serata nel complesso ha ottenuto circa il 20 per cento di share. Nel segmento iniziale Aspettando Adrian ha raccolto 5.997.000 spettatori, share 21,93% e nel cartoon vero e proprio 4.544.000, 19,08%. Un risultato enormemente inferiore rispetto a quelli ottenuti dai grandi show tv, ma questo era scontato vista la diversità del progetto, ma di tutto rispetto per la rete Mediaset e anche per l'operazione in sé, assolutamente rischiosa: un cartone animato in prima serata e, per giunta, straniante rispetto alle tradizionali proposte dell'ammiraglia del Biscione. Un'operazione in cui Mediaset si è fatta pericolosamente coinvolgere puntando sul richiamo del Molleggiato (e ieri ne ha visto le conseguenze). Il fatto è che, adesso, non sarà facile mantenere questi risultati: Adrian è un cartoon faticoso, a tratti lento, per molti versi irritante, per cui difficilmente potrà «fidelizzare», come si dice in gergo televisivo, il pubblico. Proprio per questo il Clan, la casa di produzione dei Celentano si è inventata lo show live, che ha riportato il cantante a parlare ieri sera e che accompagnerà tutti i prossimi lunedì di messa in onda.
Qualunque cosa faccia in carne e ossa piacerà comunque più del cartoon. Il mondo dei social si è rivoltato. «Credo sia il primo programma al mondo di cui non si sapeva nulla prima che andasse in onda. E nemmeno dopo...». «Forse visto al contrario avrebbe un senso...».
Sono alcuni dei tweet più simpatici tra quelli che hanno inondato la rete durante e dopo la visione. Una profusione di battute, critiche, molte violente, che hanno messo alla berlina il cartoon giudicato da molti assurdo, ingenuo, narcisistico, volgare, al limite della pornografia.
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