di Matteo Sacchi
All'origine della cultura della civiltà occidentale c'è un rito funebre. Possiamo imparare qualcosa dall'Iliade, il nostro testo più antico. Achille diventa un eroe vero solo quando acconsente a far seppellire Ettore. Non c'è odio fra i morti, men che meno tra i soldati morti. Evidentemente questo a Francisco Franco (1892-1975), dittatore, questo era chiaro. Nel 1940 diede il via alla costruzione della Valle de los Caídos. Terminata nel 1958 e sormontata dalla croce cristiana più alta del mondo (150 metri) la basilica, scavata nella roccia, ospita in due cappelle 33mila e 872 morti appartenenti ai due schieramenti della guerra civile. E anche Francisco Franco è stato seppellito lì. Tra tutti quei morti, amici e nemici. Non fu una decisione sua, ma del governo di transizione, ratificata poi da Sua Maestà Juan Carlos I. Evidentemente, pensavano che quei combattenti fossero la miglior compagnia possibile per l'eternità del Caudillo. Tutti uomini coraggiosi che, del resto, per la loro idea di Spagna ci hanno lasciato la pelle. Ora, dopo anni di polemiche e proposte di legge, è però ormai chiaro che Franco tra los Caídos non riposerà più a lungo. Il Parlamento spagnolo ha approvato il decreto del governo socialista di Pedro Sánchez e ha autorizzato l'esumazione dei resti di Franco dal mausoleo. Il testo è stato licenziato con 172 voti a favore, 2 contrari e 164 astenuti. L'esecutivo è intenzionato a fare rimuovere i resti del dittatore entro la fine dell'anno.
Sì è vero, il 20 novembre, data ufficiale della morte di Franco, al mausoleo si reca, a volte, qualche nostalgico del regime. Ma nel 2007 il governo Zapatero era intervenuto per controllare che nella Valle non ci fosse nulla che potesse commemorare il passato regime: solo memoria condivisa. Questo per assecondare senza danno le mattane di chi aveva addirittura proposto di radere al suolo il complesso. Non è evidentemente bastato. Il politicamente corretto non lascia stare nemmeno i morti.
Meno male che le altre povere ossa non si possono spostare, il riconoscimento e la separazione dei resti sarebbe impossibile. I caduti resteranno lì, abbracciati, alla faccia della politica che li vorrebbe far lottare di nuovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.