Chiarucci, scatti giramondo che narrano i contrasti

Nel suo ultimo reportage il dramma della Moldavia ferita

Emanuele RicucciL'esistenza è un palco sul quale va in scena la quotidianità. Che sia a bordo del Tibet Express, il treno che collega la Cina a Lhasa, nei luoghi della disperazione di Odessa, teatro del massacro del 2 maggio 2014, figlia di una terra disgraziata come l'Ucraina, stretta nella morsa di un potentato che si spartisce brandelli di dignità, o nelle contraddizioni di Chisinau, capitale della Moldavia, troverai l'obiettivo di Andrea Chiarucci. Romano, fotografo, ha il reportage nel sangue. Terre di confine, vite di confine, moderne e primordiali, incorrotte e stuprate. Chiarucci, scevro dal peso di ogni forzatura intellettualistica, diventa il narratore degli opposti, alla ricerca di una virtù umana e sociale che sta sempre nel mezzo. Nei suoi scatti giramondo è la realtà a mostrare se stessa nei dualismi che la popolano: tra individuo e sacro, tra povertà e ricchezza, tra squallore ed eleganza, tra passato e presente. Tra seni di ballerine, monaci e grattacieli.

Odessa, Kinshasa, Pechino, Chisinau - a cui è dedicato il nuovo reportage inedito, in una Moldavia ferita dal malgoverno, dalla corruzione, e dalla contesa tra UE e Russia sono alcune delle tappe di un lungo viaggio nella normalità, raccolte nel sito studioclic.it.

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