Sulla tela bianca, adesso, luccicano i sogni della scuola. E circolano due film dove si sta in classe, ma soprattutto a scuola di vita. E sono radicalmente opposti, come rispettando i caratteri nazionali relativi,il franco-canadese Monsieur Lazahar di Philippe Falardeanu, piccolo gioiello uscito con buon esito alla riapertura delle sale e Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni, visibile da venerdì. Se nella narrazione drammatica del primo, il nucleo centrale poggia sull'impossibilità di insegnare senza educare («Si limiti a insegnare, non a educare nostra figlia» dicono al professore algerino i genitori di un'allieva saputella e arrogante) e sull'eccesso di norme che ormai regola la dinamica docente-discente (una maestra si suicida, perché un allievo mattocchio falsamente sostiene d'essere stato baciato da lei), nel film di Piccioni un buonismo cattocomunista intinge l'amaro dell'inutilità della scuola, oggi, nel miele d'una commedia corale. Molto liberamente ispirato al libro omonimo di Marco Lodoli, qui anche soggettista, Il rosso e il blu si svolge in una scuola romana come tante: anonima, sciatta e governata da una preside sfiorita (Margherita Buy, nella foto), che mette a posto il rotolo della carta igienica nei bagni e i palloni in palestra. Tanto, la scuola è di tutti, stando ai leftist. Gli alunni invece sono «stupidi, egoisti, ipocriti, incapaci», come li fotografa il vecchio Prof.Fiorito (Roberto Herlitzka, bravissimo), nel suo inveterato cinismo contrapposto al Prof.Prezioso, anima bella di supplente giovane, con la faccia di Riccardo Scamarcio (incredibile:recita). Ovvio che ci scappi lo Studente Modello rumeno, con papà benzinaio e la studentessa zoccola, che va recuperata alla società, magari con una colletta privata (proibita a scuola). I ragazzi, ottusi e disinteressati, chiedono se Piero della Francesca sia maschio o femmina e detestano la meritocrazia. Il supplente carino di notte ha gli incubi: sfido, sogna i suoi alunni. Morale? L'ultimo giorno di scuola suona la campanella e i banchi restano vuoti. Riconosciuta d'interesse culturale e realizzato con il sostegno del Mibac, l'opera di Piccioni si avvale anche del sostegno della Regione Lazio, ora sotto schiaffo per la mala gestione del denaro pubblico. Con tanto usbergo, si poteva evitare il film comico: si ride parecchio alle impietose battute del Prof.Fiorito, però non di empatia. È riso amaro. La verità sullo stato di salute della scuola italiana, la dice un padre burino e manesco, a colloquio col Prof. Profumo: «Sei un morto de fame. Fatte i cazzi tua!». Ecco: chi voglia sapere che cosa pensano veramente le famiglie italiane degli insegnanti, in genere, avrà un'agnizione.
Gioca la carta drammatica, invece, il film danese The Hunt- La caccia (dal 22 novembre) di Thomas Vinterberg, che racconta il Leviatano promanato da una bugia non rara: preside, l'insegnante (Mads Mikkelsen) mi molesta sessualmente. La menzogna della piccola Klara scatenerà l'isteria collettiva, sottolineando quanto sia arduo, ora, avere a che fare con minori da educare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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