Al cinema "La vita è facile ad occhi chiusi"

Pluripremiato, placido road-movie che, nato attorno ad un aneddoto su John Lennon, affronta con tocco delicato temi come l'amicizia, la speranza e la ribellione

Al cinema "La vita è facile ad occhi chiusi"

Ambientato nella Spagna franchista e con protagonista l'attore almodovariano Javier Camara, arriva nelle nostre sale "La vita è facile ad occhi chiusi", film spagnolo rivelazione dell'anno che in patria ha vinto ben sei premi Goya.

Si tratta di una pellicola costruita attorno ad una storia vera, ossia un aneddoto su John Lennon avvenuto sul set andaluso di "Come ho vinto la guerra" di Richard Lester, nel periodo in cui il Beatle meditava di abbandonare la musica per la recitazione. Il titolo dell'opera è preso da un verso di "Strawberry Fields Forever", canzone che pare sia stata composta proprio allora e in quei luoghi. Va detto però che la bella versione del brano che si ascolta verso la fine del girato non è l'originale, i cui diritti sarebbero costati come l'intero film, bensì esecuzione di Neil Harrison, uno dei migliori imitatori di Lennon.

Nel 1966 un buffo professore, Antonio (Javier Camara), che insegna inglese ai suoi alunni utilizzando le canzoni dei Beatles, decide di partire per l'Almeria dove spera di incontrare John Lennon che si trova lì per le riprese di un film. Vorrebbe chiedere a John di aiutarlo a completare le trascrizioni dei testi fatte in classe. Lungo il viaggio dà un passaggio in macchina a due autostoppisti: una ragazza incinta, Belen (Natalia de Molina), scappata da un istituto dove le ragazze vengono mandate a partorire per evitare lo scandalo, e un sedicenne capellone, Juanjo (Francesc Colomer), in fuga da casa dopo l’ennesimo scontro con il severo padre poliziotto. Tra i tre nascerà un’amicizia che li segnerà per sempre.

Il film legittima il racconto del professore, oggi novantunenne, che in molti avevano ritenuto per lungo tempo un mitomane e spiega il motivo per cui, dopo il soggiorno spagnolo di Lennon, i Beatles iniziarono a inserire i testi dei brani nei loro dischi.

"La vita è facile ad occhi chiusi" si regge su una delicata alchimia tra sorriso e malinconia, perché sa essere a un tempo profondo e divertente, dolente e pieno di speranza. E' realizzato senza dubbio con grande sensibilità ma sembra avere nel modo un po' idealista di affrontare i temi dell'amicizia e della voglia di libertà, il suo limite. Il fatto è che il film finisce con il rimanere ostaggio di un'atmosfera un po' fiabesca, da luogo ameno fronte mare, in cui il tempo si è fermato e ognuno può decidere della propria vita, innamorarsi o semplicemente abbandonarsi al sapore delle fragole. C'è qualcosa di datato in questo crocevia di destini che non riguarda certo l'ambientazione d'epoca, quanto un modo di fare cinema un po' ingenuo, grondante una purezza d'animo artefatta, goffa. I tre avventurieri gentili al centro della scena, impegnati a riscattare se stessi da un tracciato già delineato, sono uno spaccato intergenerazionale della Spagna franchista, il vessillo di quella frangia del paese che sogna un futuro migliore e intanto fa le prove generali attraverso quei mezzi di salvataggio e cambiamento che sono la musica e il viaggio.

Eppure l'orchestrazione delle loro incerte aspirazioni genera un'armonia un po' piatta. Ciò detto, "La vita è facile ad occhi chiusi" resta una pellicola gradevole che saprà intrattenere la parte del pubblico in cerca di buoni sentimenti.

In sala da giovedì 8 Ottobre.

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